Il tema della “fragilità energetica” dell’Unione Europea al centro del documento elaborato da ISAE e IUSS. Sono necessarie risposte immediate negli strumenti di programmazione regionale e locale
Il livello di dipendenza energetica dell’Europa, attualmente al 50% e destinato a salire in futuro, rende non più dilazionabili le politiche specifiche in materia. È questa la conclusione riportata nel rapporto “Politiche e strumenti di gestione degli usi finali di energia: stato dell’arte e tentativi di innovazione” elaborato dall’ISAE (Istituto di Studi e Analisi Economica) in collaborazione con lo IUSS (Istituto Universitario di Studi Superiori) di Pavia. “Le strategie della domanda – si legge nel documento – si muovono in una pluralità di dimensioni: dalla riduzione vera e propria dei consumi (…) al raggiungimento di livelli sempre più elevati di efficienza energetica. Quest’ultima, in particolare, costituisce, specie in un mercato, quale è appunto quello europeo, tanto dipendente dall’esterno, una conditio sine qua non per accrescere la sicurezza”. I dati della Commissione indicano che, un aumento nell’efficienza energetica di appena l’1% l’anno, fino al 2010, metterebbe i Paesi dell’UE in condizione di conseguire due terzi dei potenziali risparmi possibili e di garantire il raggiungimento del 40% degli obiettivi europei del Protocollo di Kyoto, con un taglio di 200 milioni di tonnellate di emissioni all’anno. (fonte AgoPress.info)