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Effetto serra: l’ONU sottostima il bisogno di nuove tecnologie?

Superficialità, eccesso di ottimismo, ipotesi pericolose, sono le accuse rivolte da un gruppo di esperti di economia nei confronti dell’IPCC

Non sono leggere le critiche che arrivano all’IPCC, il Comitato intergovernativo dell’ONU sul mutamento climatico, da parte di un gruppo di esperti di economia ed ecologia. Secondo quanto pubblicato su Nature dall’Università Americana del Colorado a Boulder, dall’Università canadese McGill di Montreal e dal Centro nazionale americano per gli studi sull’atmosfera, il 4° rapporto di valutazione sul riscaldamento globale messo a punto dall’ IPCC sottovaluterebbe seriamente il bisogno di nuovi sforzi sui futuri tagli delle emissioni di gas serra. In sostanza il rapporto ONU basa le sue previsioni sul global warming sull’assunzione che la tecnologia migliorerà automaticamente, dando al mondo anche una maggiore efficienza energetica, che contribuirà a diminuire le emissioni nei prossimi decenni. Miglioramenti tuttavia non ancora avvenuti, secondo gli autori. “Ci sono oltre due miliardi di persone in tutto il mondo che non hanno accesso all’elettricità”, ha detto Roger Pielke, del Centro per la ricerca scientifica e tecnologica dell’Università del Colorado a Boulder. “E mentre loro chiedono, giustamente, l’accesso all’energia, le loro emissioni aumentano”. Inoltre, spiega l’articolo di Nature, alcuni scenari IPCC sono da considerare irrealistici e altri irraggiungibili, visto che gli ultimi trend dell’economia globale vedono una crescita piuttosto che un calo, dell’intensità dell’energia e del carbonio. “Potrebbe essere che nei prossimi 100 anni […] guarderemo indietro e vedremo che c’è stata una variazione temporanea da questo trend”, ha detto Pielke. “Il punto è che la quantità di anidride carbonica emessa durante questa variazione dal trend potrebbe essere abbastanza significativa e molto più ampia di quella rappresentata negli scenari usati dalla commissione ONU”.