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Edilizia scolastica, tra buone pratiche sostenibili e criticità irrisolte

(Rinnovabili.it) – Torna il rapporto annuale di Legambiente, Ecosistema Scuola, per fare il punto della situazione su ciò che è cambiato o meno nell’edilizia scolastica dal 2001 e mettere sotto la scrupolosa lente dell’associazione le criticità esistenti e l’avanzamento delle buone pratiche. Di fronte ad un divario persiste in termini qualitativi tra Nord, Centro, Sud e Isole ed a nodi ancora irrisolti, primo fra tutti l’età del patrimonio edilizio che richiederebbe in molti casi investimenti in manutenzione straordinaria, si affiancano piccoli progressi all’insegna della sostenibilità. Ad onor del vero, troppo pochi per rimuovere “l’ecosistema scuola” da una situazione pressoché di stallo. Ma intanto cresce la raccolta differenziata della carta praticata dall’86,92% delle amministrazioni e quasi il 50% degli edifici impiega fonti d’illuminazione a basso consumo sopra al 37% del 2005; triplica il dato relativo all’adozione di misure per il risparmio energetico, presenti in forme differenti nel 25% degli edifici rispetto al 2005, mentre sono ancora pochi gli interventi strutturali concernenti l’utilizzo di criteri di bioedilizia per la costruzione di nuove scuole (0,34%) e di fonti di energia rinnovabile: il dato in questo caso è rimasto invariato da cinque anni sul 6%. Buona la percentuale sull’adeguamento alle norme in materia di accessibilità, con il 76,59% delle scuole in possesso dei requisiti.
A preoccupare rimane come accennato, l’età avanzata di buona parte dei 42.000 istituti che hanno partecipato all’indagine (60% degli edifici è antecedente al 1974), le inadeguatezze strutturali, la necessità di finanziamenti per interventi di manutenzione, e nei casi ovviamente certificati, il deciso calo delle azioni di bonifica dall’amianto.
“Lo scorso anno per far fronte a questa criticità – spiega il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – è stato previsto dal Governo un piano di investimenti articolato in 20 milioni di euro annui tratti dai risparmi delle cosiddette ‘spese della politica’, ma di cui ancora non si è avuto riscontro. Inoltre, abbiamo interpretato come un buon segnale d’impegno da parte del Governo la delibera Cipe che un anno fa ha stanziato un miliardo di euro, poi ridotti a 773 milioni a seguito della parte destinata alle scuole abruzzesi dopo il terremoto, ma che purtroppo, ad oggi, ancora non sono stati trasferiti agli enti locali per una concreta ricaduta negli interventi territoriali. Non si può pensare di riqualificare il nostro patrimonio edilizio scolastico senza un serio piano nazionale d’investimenti”.

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