Le facciate a doppia pelle costituiscono un vera innovazione dal punto di vista energetico e sono tra gli aspetti più innovativi delle progettazioni di grandi opere architettoniche
Un’ottima soluzione per migliorare le prestazioni termiche, tecniche e architettoniche dell’involucro è rappresentato dal sistema energetico delle facciate a doppia pelle, atte a creare un microclima interno ed una qualità dell’aria indoor migliore rispetto ad un sistema di rivestimento tradizionale.
Una facciata interamente costituita da componenti vetrati, ha generalmente valori di trasmittanza termica notevolmente inferiori rispetto alle pareti opache, causando dunque un incremento delle dispersioni di calore in inverno (a meno dell’utilizzo di vetrature ad elevate prestazioni, come vetri basso emissivi, vetri camera con gas inerti, etc.). Questo fatto, dovuto alla ridotta trasmittanza termica, provoca una diminuzione della temperatura superficiale interna, durante la stagione fredda, rispetto alla temperatura dell’aria, creando condizioni di discomfort nell’ambiente indoor. Tale fenomeno è però insito nella tecnologia e nella formazione del vetro: infatti, un apporto gratuito di energia solare conduce ad un elevato risparmio energetico, diminuendo il fabbisogno termico dovuto al riscaldamento e riduce la necessità di illuminazione artificiale, ma produce fenomeni legati all’abbagliamento e al surriscaldamento durante la forte irradiazione solare nei periodi estivi. Un ampio aiuto alla progettazione è dato dunque dall’utilizzo di facciate continue, della cui famiglia fa parte la tipologia delle facciate a doppia pelle.
Nella facciata a doppia pelle a tutta superficie, molto applicata in caso di ristrutturazione, il moto dell’aria avviene dal basso verso l’alto in modo continuo per tutta l’altezza dell’edificio, mediante un intercapedine d’aria di 50/80 cm, con vantaggi legati alla semplicità costruttiva dell’involucro, alla possibilità di inserire schermature solari all’interno o all’esterno dell’intercapedine, alla riduzione delle dispersioni termiche. Tale tecnologia è la meno diffusa tra le tre presentate in quanto presenta forti svantaggi: impossibilità di creare ventilazione naturale attraverso finestre apribili, in quanto l’aria espulsa ai piani inferiori verrebbe immessa in quelli superiori; continuità verticale ed orizzontale dell’intercapedine attraverso la quale avviene trasmissione di rumori tra un piano e l’altro e tra locali adiacenti; in caso di incendio la lama d’aria favorisce il diffondersi dei fumi.
Si tratta dunque di un sistema energetico architettonico e costruttivo indicato per ridurre sollecitazioni termiche ed acustiche particolarmente gravose, oppure in presenza di forti sollecitazioni dinamiche (vento, neve, pioggia). Sviluppi e ricerche mediante elaboratori elettronici hanno rilevato una riduzione del 20-30% di dispersioni di calore durante le stagioni fredde rispetto a facciate realizzate con tecnologie tradizionali, e miglioramenti per il comfort estivo valutabili tra il 10-20%.
È la sfida architettonico-progettuale tipica di questo periodo con uno sguardo volto all’impatto ambientale e attento alla qualità dell’intero progetto: raggiungere elevati livelli di efficienza energetica dell’edificio mediante tecnologie innovative, sostenibili ed un involucro altamente performante.