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Eco – Censis, nel Lazio imprese critiche su servizi ambientali

Il giudizio delle imprese laziali sulla qualità dei servizi pubblici locali premia la fornitura di energia, che ottiene un voto pari a 2,8 punti su cinque, contro un dato rilevato a livello nazionale comunque più elevato (pari a 3,4 su cinque). Valori simili anche per il servizio idrico, mentre registrano punteggi decisamente più bassi i servizi ambientali (2,2 su cinque a fronte del tre su cinque a livello nazionale) e il trasporto pubblico locale (2,3 su cinque a fronte del 2,5 nazionale). Questi sono alcuni dei principali risultati di una ricerca realizzata dal Censis per conto di Confservizi Lazio e Camera di commercio di Roma, presentata oggi a Roma nel corso del convegno “Lazio 2020 – La qualità dei servizi pubblici locali”, alla Camera di commercio, da Lorenzo Tagliavanti, presidente facente funzioni della Camera di commercio di Roma, Giuseppe Labarile, presidente di Confservizi Lazio, e Giuseppe Roma, direttore generale del Censis. La ricerca ha analizzato la qualità percepita dei servizi erogati e i fattori sui quali puntare per migliorarli secondo l’opinione di un campione di circa 200 aziende iscritte alla Federlazio (per metà insediate nella provincia di Roma, per la restante parte equamente distribuite tra nord e sud della regione).

Dal punto di vista territoriale, il quadro risulta piuttosto differenziato. Mentre le imprese dell’area romana esprimono un giudizio più positivo su quasi tutti i servizi pubblici, quelle del Lazio settentrionale si distinguono per una valutazione più critica sul trasporto pubblico (un giudizio pari a 1,9 su cinque contro il 2,4 delle aziende che operano nella capitale e nelle zone limitrofe). Le imprese del sud della regione manifestano una maggiore insoddisfazione per il livello dei servizi di igiene ambientale (un giudizio pari a due su cinque contro il 2,4 registrato a Roma e provincia). Più severe le aziende manifatturiere, più benevole quelle del terziario. In base alle opinioni degli imprenditori laziali, i servizi pubblici locali sono una fra le leve più importanti per migliorare la propria competitività. Per questo le aziende che erogano servizi pubblici devono essere ben radicate nel territorio, in modo da conoscere al meglio la composizione e le dinamiche dei sistemi produttivi locali e poter quindi offrire soluzioni specifiche, e non servizi uguali per tutti. Esiste, infatti, un legame molto forte fra qualità dei servizi, efficienza interna delle imprese e competitività sul mercato.
A proposito della natura del gestore, per la maggior parte delle imprese intervistate dovrebbe essere un soggetto pubblico (la pensa così il 48,8 per cento del campione per quanto riguarda il settore idrico, il 46,9 per cento per i servizi ambientali, il 46,7 per cento per il trasporto pubblico, il 37,4 per cento per la fornitura di energia e gas). Preferiscono un soggetto misto pubblico-privato il 37 per cento delle imprese con riferimento alla fornitura di servizi energetici e il 30 per cento per tutti gli altri servizi. Minore è la quota di imprenditori che propendono per una gestione solo privata del servizio (16-17 per cento per i servizi in generale, 20 per cento per l’energia e il gas). Dalla fotografia scattata dal Censis emerge anche il livello di soddisfazione per i servizi rispetto alle aspettative delle aziende. Tre quarti del campione giudicano il Trasporto pubblico locale e i servizi ambientali non all’altezza delle proprie attese, mentre per le forniture di energia e acqua la quota di giudizi negativi scende rispettivamente al 51 per cento e al 45 per cento.
Nell’agenda delle priorità per elevare la qualità dei servizi, secondo le opinioni degli imprenditori laziali, ci sono proprio gli interventi da compiere in favore di una maggiore sostenibilità ambientale. Al primo posto, la realizzazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti (con un voto di quattro su cinque), la promozione della raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti speciali. A seguire, la promozione delle energie rinnovabili (con un punteggio di 3,9 su cinque) e le campagne per incentivare il risparmio energetico (3,8 su cinque). Emerge dunque in maniera netta la centralità del rapporto tra sviluppo e ambiente anche per il rafforzamento della competitività del sistema produttivo regionale.