L'industria europea del biodiesel ancora una volta prende posizione contro la politica di sussidi statunitensi per il B99 che permette al prodotto americano di entrare sul mercato UE in concorrenza sleale con quello europeo
L’EBB (European Biodisel Board) aveva già preso posizione nei confronti della concorrenza statunitense che con il prolungamento della politica di dumping e di sussidi nei confronti del B99 impensieriva e non poco l’industria europea. Le sollecitazioni dell’associazione avevano spinto l’esecutivo europeo ad avviare un’indagine ufficiale, tuttora in atto, sulle importazioni del biodiesel made in USA. Ora l’EBB torna a lanciare una nuova offensiva chiedendo alla Commissione UE che tutto l’import del prodotto venga registrato, in base a quanto prevedono l’articolo 24/5 della regolamentazione per combattere i sussidi e l’articolo 14/5 del regolamento contro il dumping UE. Ha tenuto a ricordare inoltre che le norme UE permettono alla Commissione di applicare misure di compensazione retroattive in presenza di un aumento delle importazioni di B99, che soltanto durante i primi sette mesi del 2008 hanno raggiunto il picco di 850.000 tonnellate, un quantitativo pari all’80% di tutte le importazioni 2007. Dal canto loro, gli Stati Uniti non sembrano essere intenzionati a cambiare la politica di aiuti erogati al B99. Lo scorso 3 ottobre il Congresso ha disposto di estendere l’incentivo per il biodiesel, un dollaro per gallone, fino a dicembre 2009, specificando tuttavia che non saranno garantiti al biodiesel prodotto e smerciato fuori dagli Stati Uniti, ma solo a quello in transito nel Paese.