Prospettive e modelli di sviluppo per la costruzione di un futuro più sostenibile sono stati al centro dell’edizione 2010 del convegno “East Forum. Ripensare il presente per disegnare il futuro: la scelta della sostenibilità”
Disegnare un futuro in cui l’uomo possa vivere in equilibrio costruendo un modello di sviluppo per soddisfare i bisogni del presente senza ignorare le esigenze delle generazioni future. E’ stato questo il filo rosso che ha legato tesi, opinioni e proposte dei numerosi relatori che hanno preso parte venerdì al convegno _East Forum. Ripensare il presente per disegnare il futuro: la scelta della sostenibilità,_ organizzato dalla rivista di geopolitica East e da UniCredit. Un convegno che è stato innanzitutto un’importante occasione per mettere a confronto le migliori idee e i contributi più illuminati, ripartendo dall’uomo e dalle sue esigenze più intime per fare dello sviluppo sostenibile e della sostenibilità economica e ambientale i cardini su cui far ruotare la società di domani. Al centro del dibattito dell’East Forum non sono state solo le analisi del modello di sviluppo attuale ma anche e soprattutto quelle che, fino a qualche anno fa, erano considerate vere e proprie utopie. Quelle che sostenevano la necessità di far divenire realmente sostenibili tutti i settori della vita associata e che spingevano anche l’economia e la finanza a fare un passo indietro per creare per le generazioni future sistemi più equilibrati. Per questo motivo nel convegno organizzato da UniCredit si è parlato delle sfide e delle priorità per costruire questo futuro, ma anche di ciò che le istituzioni possono e devono fare per realizzarlo. Molti, infatti, sono stati i temi di discussione sulle politiche d’intervento sostenibili che dovranno adottare sia grandi governanti sia i piccoli amministratori locali. Dal cambiamento climatico alla gestione equa delle risorse naturali e della ricchezza su scala mondiale, senza dimenticare una più attenta tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, insieme allo sfruttamento in misura sempre maggiore delle fonti energetiche alternative. Tutto con un unico obiettivo: costruire un futuro economicamente equilibrato, in cui l’uomo possa tornare ad essere in armonia con l’ambiente e la natura.
Quelli affrontati nel corso del forum dedicato alla sostenibilità sono punti fondamentali, legati gli uni agli altri da una relazione di necessità per il futuro, non solo per costruire un modello di sostenibilità su scala globale ma per rendere, anche nei contesti locali, questi esempi veramente di successo. Gli interventi di molti dei relatori hanno sottolineato, infatti, come quella che si giocherà nel futuro sarà innanzitutto una sfida culturale prima che economica. Un futuro sostenibile, come è stato più volte ricordato nel corso del dibattito, sarà possibile solo se si investirà, ad esempio, sulla comunicazione e sul trasferimento delle conoscenze a strati sempre più ampi di popolazione. A ricordarlo è stato il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, che ha evidenziato come una delle chiavi più importanti per realizzare un nuovo modello di sviluppo globale sia trasferire la conoscenza per stimolare comportamenti virtuosi nei cittadini e indurli a ripensare le proprie abitudini e i propri stili di consumo alla luce di nuovi modelli. Una transizione lenta, che ha sempre più bisogno di ispirarsi a modelli concreti, a quelle buone pratiche che hanno già saputo dare ottimi frutti.
Quello di Curitiba non è solo un esempio virtuoso ma soprattutto la dimostrazione di come si possa modificare il volto di una città, prima in-sostenibile, anche in assenza di condizioni di partenza particolarmente favorevoli. E’ uno stimolo ad adottare delle politiche di intervento più stringenti per costruire, in ogni campo, piccoli e grandi modelli di sostenibilità. Modelli in cui le risorse a disposizione di tutti possano essere veramente accessibili e in cui politica ed economia virino verso una visione equilibrata di obiettivi condivisi. Proprio sulla necessità di ripensare i modelli economici è stato incentrato l’intervento di uno dei padroni di casa del convegno, l’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo: “Sostenibilità significa capire cosa dobbiamo fare nel nostro lavoro di tutti i giorni per avere un business sostenibile nel tempo – ha detto – Per esempio la sostenibilità dipende da come ci interfacciamo con i nostri clienti, da come gestiamo le nostre persone, dall’attenzione che poniamo a ciò che i clienti fanno o alle policy su come finanziamo le opere infrastrutturali, legate a tematiche di impatto ambientale”.
Nonostante obiettivi tanto lungimiranti rimane ancora lungo il percorso da compiere in tutti i campi per rivoluzionare in chiave sostenibile ogni ambito della vita associata. Il ritratto del futuro sostenibile per il momento è solo abbozzato ma saranno le piccole azioni quotidiane a fare la differenza nei prossimi anni.