Rinnovabili

E tre…

E tre: dopo i gravi incidenti nucleari di Three Mile Island (1979) e di Chernobyl (1986) ecco il terzo, ai reattori giapponesi di Fukushima: Stati Uniti, Ucraina, Giappone, la multinazionale della contaminazione radioattiva. Tre incidenti dopo 14.000 anni-reattore di funzionamento delle centrali commerciali; un incidente ogni 4500 anni-reattore, una probabilità di incidente ogni dieci anni rispetto ai 450 reattori nucleari in funzione nel mondo. Altro che sicurezza!

Vale la pena di continuare a costruire centrali nucleari se queste non sono sicure ? No, tanto più che anche i costi dell’elettricità che esse forniscono sono inaccettabili; poco conta se l’uranio costa 50 o 200 euro al chilo, se le sue riserve sono esauribili più o meno presto. La inaccettabilità sul piano economico dipende dalla insicurezza e pericolosità e dai costi non solo monetari ma anche umani e politici dell’intero ciclo nucleare. Dalle miniere di uranio all’arricchimento dell’uranio, alla preparazione degli elementi di combustibile, senza contare i costi dei conflitti associati alla localizzazione degli impianti delle centrali e dello smaltimento delle scorie, conflitti che sono superabili soltanto con la militarizzazione del territorio, coprendo le attività nucleari col segreto di stato, secondo la legge imposta dal governo per tenere a bada la contestazione.

Infine non c’è nessun posto in Italia in cui possa essere installata una centrale nucleare, un deposito di scorie, in un territorio esposto a terremoti, frane e alluvioni, con le coste urbanizzate ed esposte ad erosione. L’unica cosa ragionevole è riuscire ad annullare le leggi con cui il governo vorrebbe costringere gli italiani ad ospitare quattro centrali nucleari francesi della *“terza generazione”*, del tipo che la Finlandia e la Francia non riescono a completare, che risultano sempre più costose. E’ dire chiaramente, nel prossimo referendum, che *_SI_*, il programma nucleare del governo va fermato.

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