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E se l’Australia volesse un futuro nero carbone?

Per il nuovo ministro dei cambiamenti climatici australiano il comparto industriale del carbone è una risorsa per la nazione a cui assicurare un futuro solido. E rassicura così la potente industria, sempre più preoccupata dalle nuove tasse proposte dalla Gilliard

(Rinnovabili.it) – Sono passati quasi tre anni dalla ratifica del Protocollo Kyoto da parte dell’Australia. Un’adesione fortemente voluta dell’ex-primo ministro Kevin Rudd e che faceva intravedere, per uno dei Paesi con la più alta quantità di gas serra pro capite al mondo, una decisa inversione di tendenza.
Efficienza energetica, fonti rinnovabili e progetti di riduzione delle emissioni sono così entrate nelle politiche nazionali e successivamente riconfermate dall’attuale governo Gillard, seppure con qualche eccezione. La recente proposta del primo ministro di far entrare in vigore una tassa del 30% sugli utili del carbone ha messo in allarme il comparto e provocato una pronta risposta del nuovo ministro dei cambiamenti climatici, Greg Combet.
Salito in carica da solo una settimana, Combet ha fatto saper che per il più grande esportatore di carbone al mondo non è ancora venuto il momento di dire basta alla sua fiorente industria. “Ho la responsabilità di sostenere i posti di lavoro di questa gente – ha riferito Combet durante un’intervista al quotidiano The Australian. – L’industria del carbone è un settore molto dinamico con un futuro forte”. Non sorprende che, come per molti altri paesi inquinanti, anche per il ministro australiano la ricetta vincente sia quella a base di sistemi di sequestro e stoccaggio dell’anidride carbonica, a suo giudizio l’unica soluzione capace di sostenere il comparto nazionale tutelando, nel contempo, clima e ambiente. Combet ha anche ribadito che le priorità del suo portafoglio rimarranno quelle di continuare a sostenere il governo in tema di energia rinnovabile, efficienza energetica nel settore industriale e domestico, e adoperarsi per l’introduzione di un prezzo del carbonio.