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È l’ora dell’auto elettrica?

Ho imparato a guidare, come molti negli anni Settanta, su un cinquino, la vecchia 500 per intenderci. Dopo tanti anni se ne vedono ancora molte in giro, suscitano simpatia ma purtroppo anche un sacco di emissioni cancerogene. Sono infatti auto prive di catalizzatore e quindi, circolando impunemente, rilasciano in aria quantità non trascurabili di benzene, l’antidetonante che rende tutt’altro che verde la “benzina verde”:https://www.emergenzeiss.it/content/view/366/77/#effetti. La buona notizia è che da un po’ in Italia c’è un progetto portato avanti da un gruppo di entusiasti volenterosi per convertire i vecchi cinquini in auto elettriche. Il progetto non a caso si chiama ZEV (Zero Emission Vehicle) e sta combattendo contro le solite difficoltà burocratiche per arrivare a mettere in commercio dei kit di elettrificazione omologati o addirittura delle “500 elettriche”:https://www.eurozev.org/ già pronte all’uso . Passando dall’entusiasmo amatoriale alle attività professionali, anche nel nostro paese si producono veicoli elettrici a batterie, per esempio li fanno a Imola alla “Micro-Vett”:https://www.micro-vett.it , dove potete comprare anche un furgone elettrico, se ve ne viene voglia. Oltre alla voglia dovete avere anche un bel po’ di quattrini perché non essendo prodotti in massa questi mezzi costano ancora troppo, giusto qualche amministrazione pubblica se li può permettere. Qui, a spezzare il circolo vizioso e a spingere verso la produzione di massa, cerca di intervenire il governo (tranquilli, mica il nostro, quello inglese). Il signor Gordon Brown ha infatti approvato di recente un “finanziamento”:https://www.guardian.co.uk/environment/2009/apr/16/green-cars-transport-incentives-emissions di 250 milioni di sterline destinato proprio a sostenere l’acquisto di auto elettriche da parte dei privati e a finanziare i punti di ricarica (a Londra il mese prossimo è prevista l’installazione del centesimo), nell’ambito degli impegni al taglio delle emissioni di gas serra che il Regno Unito ha preso di fronte ai suoi cittadini e all’Unione Europea. Questa decisione potrebbe smuovere il mercato? Considerando che per ogni auto acquistata verranno erogate tra 2mila e 5mila sterline possiamo immaginare che nel giro di qualche anno almeno un centomila nuove auto elettriche saranno in giro sulle strade di Sua Maestà. Non è una roba enorme ma è senz’altro molto più di quel che succede adesso, cioè quasi nulla… Ma perché le auto elettriche sono considerate così importanti per la lotta ai cambiamenti climatici? Tutti sanno che i motori elettrici sono intrinsecamente più efficienti di quelli a combustione interna, durano di più e alla fine consumano anche meno per muovere la stessa massa alla stessa velocità. Inoltre i veicoli elettrici fanno molto meno rumore (un sibilo al posto di un rombo) e soprattutto non hanno emissioni allo scappamento, anzi non hanno proprio nessun tubo di scarico. Se, ipotesi, tutti i veicoli d’Italia fossero elettrici, il problema delle emissioni si trasferirebbe dalle singole auto alle centrali elettriche, che potrebbero però, almeno in linea di principio, essere tutte a fonti rinnovabili. Veicoli a emissioni zero, alimentati da centrali a emissioni zero, l’uovo di Colombo! Ma è tutto oro quel che luce? Naturalmente no. Tanto per cominciare, fabbricare un veicolo nuovo e smaltirne uno vecchio emette carbonio, inoltre le batterie al litio da costruire sarebbero così tante che alcuni paventano le ““guerre del litio””:https://www.ww4report.com/node/6296. Altrettanto temuto è ““l’effetto rimbalzo””:https://en.wikipedia.org/wiki/Rebound_effect_(conservation, quello che tende a cancellare tutti i risparmi basati sull’efficienza: appena si sa che qualcosa consuma o costa molto meno di prima se ne comincia a usare talmente tanto che i vantaggi dovuti all’efficienza si vanificano presto. Al di là di tutte queste discussioni è comunque indubbio che prima o poi la trazione elettrica dovrà farsi spazio anche sulla strada e non solo sui binari, dove è relegata attualmente. In Italia, tanto per cominciare, potremmo chiedere (destinando lì le sovvenzioni) che, almeno nei centri urbani, chi per lavoro si muove continuamente con camioncini, furgoncini e altri mezzi di trasporto merci (pizze incluse) sia costretto per legge a dotarsi di un mezzo a emissioni zero. Per le pizze e i documenti le biciclette dovrebbero bastare . Per il resto i mezzi elettrici sembrano l’ideale. Che ne pensa il Ministro dei Trasporti?