Bangkok, Giakarta, Lagos, Shanghai, Rio de Janeiro, Dacca, Karachi, Il Cairo, Città del Messico, Bombay: sono queste le “10 megalopoli a effetto serra” che Legambiente ha segnalato nel suo documento, come città a rischio per il surriscaldamento globale. Nel dossier, redatto in occasione del convegno nazionale “Il clima è già cambiato. Quali strategie di adattamento per il territorio italiano” in questi giorni a Roma, l’Associazione ambientalista spiega che nel 2008 le città ospiteranno più della metà della popolazione mondiale e si troveranno a dover affrontare un forte inasprimento di fenomeni come sovraffollamento, povertà e degrado ambientale, a cui si andrà ad aggiungere un crescente rischio di grandi inondazioni, scarsità idrica e desertificazione, cicloni e tempeste, determinati dal progressivo cambiamenti climatici. “Le comunità più esposte sono proprio quelle più povere, dove gli standard delle infrastrutture e dei sistemi di prevenzione sono più bassi e quindi l’intensità dell’impatto dei cambiamenti del clima è più rilevante – ha spiegato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – I Paesi industrializzati, che sono i principali responsabili delle emissioni climalteranti, non potranno più limitarsi a intervenire con aiuti umanitari a valle dei disastri ambientali, ma dovranno farsi carico molto presto degli interventi di prevenzione e infrastrutturazione delle aree più vulnerabili del mondo. Ed è proprio la creazione di un fondo per l’adattamento, creato con i soldi dei Paesi più ricchi, a essere in discussione ai negoziati sul clima in corso a Bali”. Il quadro fornito da Legambiente sul futuro delle megalopoli più povere è decisamente poco roseo, ma gli effetti devastanti si faranno sentire anche in Europa, dove la temperatura, a causa del fenomeno dell’isola di calore, nelle aree urbane sta già aumentando sensibilmente. (Fonte Legambiente)