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Domotecnica: il patrimonio immobiliare italiano non è “efficiente”

(Rinnovabili.it) – L’Italia esce “sconfitta” dall’indagine interna condotta in occasione del *13° Congresso Nazionale Domotecnica* svoltosi a Milano il 15 e 16 settembre. La kermesse, dedicata a 1.244 imprese che lavorano nell’istallazione e 70 aziende partner dell’evento, ha visto i soggetti riuniti per delineare le linee guida di una era energetica nuova il cui la parola d’ordine sia “efficienza”, definita dall’On. Stefano Saglia “una necessità imprescindibile per il nostro paese”.
Analizzando il patrimonio immobiliare della penisola i dati hanno evidenziato abitazioni troppo vecchie, scarso isolamento termico, impianti di riscaldamento e raffrescamento inefficienti e scarso utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili stabilendo così che nel nostro paese la battaglia per l’efficienza e il risparmio energetico si gioca nel campo della riqualificazione edilizia.
“Il 79,2% degli edifici, infatti, è stato costruito prima del 1980 e solo il 10,1% dopo il 2000. Inoltre, l’81,5% delle abitazioni è caratterizzato da un livello di isolamento termico valutato dagli inquilini come medio o scarso e la situazione non migliora quando l’analisi si sposta sulla qualità degli impianti termoidraulici installati, con quasi la metà (49,5%) realizzati prima del 1990 e solo il 27,3% dopo il 2000. Solo il 5,6% delle abitazioni è dotata di impianti solari termici e il 2,5% fotovoltaici” si legge nel comunicato stampa. Questa situazione ci allontana quindi sempre di più dal raggiungimento degli obiettivi del pacchetto 20-20-20 rendendo necessarie ristrutturazioni ed interventi oltre a nuove politiche di efficientamento e supporto al miglioramento.
“Siamo d’accordo con la linea di Confindustria per quanto riguarda la proroga degli incentivi del 55% – commenta Luca Dal Fabbro, ad di Domotecnica –. Anzi, ribadiamo la necessità che il Governo garantisca una stabilità delle regole e degli incentivi all’efficienza energetica, che è la vera risorsa inutilizzata del nostro Paese. Siamo convinti che la strada corretta da perseguire sia quella di agevolare un consumo più corretto dell’energia. In Italia, infatti, il sistema incentivante premia infatti quasi esclusivamente la produzione di energia da fonti rinnovabili trascurando l’efficienza energetica. Per questo chiediamo incentivi più forti e più stabili per questo settore”.
Passando dall’esterno all’interno delle abitazioni italiane la condizione non migliora: è scarsa la diffusione di impianti di riscaldamento o raffrescamento ad alta efficienza energetica con solo il 3,5% delle famiglie che ha dichiarato di aver acquistato caldaie a condensazione e l’87% dei palazzi con istallati radiatori tradizionali al posto degli innovativi sistemi a pavimento e/o parete che permettono di risparmiare energia o valvole termostatiche per il controllo del calore in tempo reale.
Se si passa alle energie rinnovabili la situazione non risulta migliore anche se nel complesso i consumatori preferiscono la biomassa rispetto all’alternativa di solare termico o fotovoltaico:

* *Impianto solare termico*: solo il 5,6% degli italiani utilizza questa fonte rinnovabile per il riscaldamento (1,2%) e per la produzione di acqua calda sanitaria (4,4%).
* *Impianto a biomasse*: il 18,9% utilizza per il riscaldamento impianti a biomasse (legna e pellets) che consentono di ottenere un notevole risparmio energetico ed economico. In particolare il 12,2% possiede un caminetto a legna, il 3,5% stufe a legna e il 3,2% a pellets.
* *Impianto solare fotovoltaico*: solo il 2,5% dichiara di aver installato un impianto fotovoltaico per la per la produzione di energia elettrica e nella maggior parte dei casi si tratta di un impianto con una potenza nominale di 3 kWp.

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