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Disastri nucleari: quando l’arte ci aiuta a non dimenticare

(Rinnovabili.it) – Paura, paranoia, ossessione. Sono probabilmente queste le prime sensazioni suscitate dall’installazione “_Radioactive Control_”, ispirata liberamente al recente disastro nucleare della centrale Fukushima Daiichi in Giappone e presentata qualche settimana fa al Dockville Festival di Amburgo.
L’opera illustra un esercito di 100 misteriose figure in mezzo ad un campo di erba, vestite con una tuta e un cappuccio bianco e con il logo del simbolo atomico ben impresso su petto e schiena. Luci al led sotto la divisa e palloncini bianchi al posto dei volti completano uno scenario sinistro in cui l’asettico assembramento sembra avanzare minaccioso nell’ambiente rurale circostante.

L’intento è chiaramente quello di riflettere sull’uso e abuso di energia nucleare, che per l’ennesima volta, ha dimostrato proprio in Giappone la fallibilità dei sistemi di sicurezza degli impianti atomici in grado di causare gravi e irreversibili danni per l’ambiente e per la salute dell’uomo.
Da un lato forse, questi fantasmi senza volto ci strappano un respiro di sollievo, una volta svelata la loro inconsistenza, eppure il forte impatto visivo creato dallo scenario ottiene il suo scopo: il segno di un piccolo trauma che ci aiuta a riflettere e a non dimenticare mai.

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