Rispetto al testo approvato con riserva dal Consiglio dei Ministri a fine novembre, l’Anev ha formalizzato alcune proposte emendative che potrebbero consentire al D. Lgs. di recepimento della Direttiva 2009/28 sulle Fonti Rinnovabili di raggiungere gli obiettivi senza penalizzare il settore
(Rinnovabili.it) – La Commissione Industria ha iniziato ieri l’esame “dell’A.G. n. 302”:https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer?tipo=BGT&id=514828 sullo schema di decreto legislativo in merito all’attuazione della direttiva europea 2009/28/CE. In relazione a tale verifica l’Ufficio di Presidente integrato dai Rappresentati dei Gruppi parlamentari svolgerà tra oggi e domani una serie di audizioni. A cominciare dall’Associazione nazionale energia del vento (ANEV) prima ad essere ascoltata stamattina, che presentato in Commissione una serie di proposte finalizzate al mantenimento dell’operatività del sistema e alla garanzia di crescita del comparto delle rinnovabili. Per raggiungere gli obiettivi Comunitari, riducendo contestualmente gli oneri per il sistema nel documento di proposte si sottolineano innanzitutto le inefficienze con cui il sistema italiano si trova ancora a dover combattere. Inefficienze che potrebbero però, spiega in una nota stampa la stessa associazione – “essere facilmente rimosse per il tramite di azioni di semplificazione”. Si punta il dito sui Certificati Verdi che “già agli attuali valori di remunerazione, scesi di oltre il 40% negli ultimi cinque anni, non consentono all’eolico di essere considerato per gli istituti finanziatori remunerativo”. Per questo meccanismo la lobby del vento propone “di mantenere l’attuale sistema con il prezzo medio degli ultimi tre anni nel riacquisto (cosa che garantisce stabilità e riduzione costante del valore assoluto), o in alternativa di portare al 10% massimo lo sconto applicabile da parte del GSE sul riacquisto”, in maniera tale da garantire continuità al sistema oltre ad un risparmio aggiuntivo. “In alternativa, si richiede almeno di allungare fin d’ora a 25 anni per tutti gli impianti eolici il periodo di incentivazione” e la definizione chiara e tempestiva del nuovo meccanismo di incentivazione successivo al 2015.
Per Aper, l’Associazione produttori energia da fonti rinnovabili, seconda audizione di questa mattina, il punto clou è invece l’articolo 8 (comma 5) che prevede, decorso un anno dall’entrata in vigore del decreto, la limitazione all’accesso agli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra in area agricola. La proposta dell’associazione è di stralciare il comma e introdurre ulteriori scaglioni di tariffe decrescenti per tale tipologia di impianti a partire dall’estinzione del Conto Energia. Aggiunge tra le proposte: “Ai fini di rendere effettive le possibilità di raggiungere gli obiettivi del 2020, responsabilizzando le regioni nel processo di attuazione del presente decreto legislativo e del Piano di Azione Nazionale, appare necessario prevedere un termine perentorio entro il quale si proceda alla definizione del meccanismo di Burden Sharing. Si ritiene opportuno che tale termine venga fissato entro e non oltre 90 giorni dalla pubblicazione del presente decreto”.