Dopo l’analisi dei risultati degli accertamenti compiuti nello stabilimento dell’Ilva di Taranto a fine ottobre 2008, a cura dell’Arpa Puglia, venerdì scorso il ministero dell’Ambiente richiedeva all’azienda pugliese di delimitare meglio l’area inquinata in estensione e profondità e di ”attivare misure di messa in sicurezza mediante rimozione della fonte inquinante”.
Lo ha reso noto l’assessore pugliese all’ecologia, Michele Losappio, secondo il quale una tale richiesta ”smentisce di fatto le dichiarazioni Ilva secondo la quale vi sarebbero concentrazioni simili a quelle riscontrabili in qualsiasi area urbana, se non addirittura inferiori, e tali da non giustificare l’applicazione di misure restrittive”.
Tra l’altro nella propria nota, dichiara Losappio, il ministero chiede all’Ilva di ”comunicare le misure di prevenzione e protezione adottate’ e ”di integrare la caratterizzazione dei terreni per delimitare l’estensione dell’area contaminata e la sua profondità, e di attivare misure di messa in sicurezza mediante rimozione della fonte inquinante”.
Losappio fa inoltre notare che i controlli eseguiti dall’Arpa nello stabilimento dell’Ilva hanno ”accertato il superamento dei valori limite di Csc per il parametro Cdc/Pcdf” e auspica ”che Ilva si assuma le sue responsabilità ed ottemperi a quanto indica la legge ed il buon senso”