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Design sostenibile? Arriva il “Compasso di Latta”

La prima edizione di un evento eclettico ed originale che avvicina il mondo dell’arte e dell’artigianato alle tematiche della salvaguardia ambientale e del risparmio energetico.

Il 14 aprile aprirà i battenti il “Compasso di latta”, iniziativa ideata dall’architetto Alessandro Guerriero e dal designer Riccardo Dalisi. L’iniziativa, realizzata anche grazie alla collaborazione fra Triennale Design Museum e NABA (Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano), pone le sue fondamenta sui concetti basilari che hanno caratterizzano il lavoro dei due autori: sostenibilità e decrescita, come dichiarato dal Manifesto dell’evento:”Nel momento attuale di recessione e di conseguente mutamento di ogni prospettiva economica, sociale e culturale, il Compasso di Latta vuole porre lʼaccento sul bisogno rinnovato di invenzioni, di progetti, di procedimenti e tecniche nel settore artigianale delle piccolissime serie, delle iniziative embrionali, organizzative, micro produttive con chiara finalità sociale, a volte anche alternative allʼuso di procedimenti meccanici e nel settore industriale finalmente orientato alla sostenibilità”. Insomma si può coniugare la creatività e la sperimentazione con l’utilizzo di materiali poveri: il Compasso di latta che si contrappone al prestigioso Compasso d’Oro. Diversi gli appuntamenti previsti nel lungo itinerario: attorno alla mostra si articoleranno un concorso e una serie di workshop aperti al pubblico. Intento dell’iniziativa è di cercare di riportare a galla un modo di concepire la creatività in un contesto più “povero”, così come l’artigiano di un tempo si basava sulla componente “manuale” del lavoro senza però perdere la genialità della rappresentazione dell’arte:”L’artigiano avrebbe quindi ancora la prerogativa di essere partecipe dei processi entro i quali colloca il suo lavoro, a differenza di tante altre attività dell’uomo. Il fare consapevole è una via vera verso la libertà e produce gioia, creativa, sogno e, appunto, “libertà”, come sottolineato da Dalisi.
In questo senso alla Triennale Bovisa sono esposte opere rappresentanti sagome e sculture di latta, unitamente a piccole invenzioni “sul confine sottile tra artigianato, arte, design”, alcune delle quali verranno realizzate nel corso stesso dei workshop e delle esposizioni nell’ambito dell’iniziativa. In mostra anche altre collezioni, per la prima volta in Europa, come la stravagante collezione di mollette di tutti i tempi e tutti i paesi di Gad Charny, Yoav Ziv e Yaacov Kaufman e le mirabolanti macchine di Enea Bracciali. Ogni weekend sono inoltre previsti nel programma de “Il Compasso di Latta”, e in concomitanza con la settimana del Salone del Mobile, circa 30 workshop che ruoteranno intorno ad una serie di parole chiave: invenzione, mutamento, microproduzione, sostenibilità, sperimentazione, teatro ed azione. Aperti a tutti, i workshop rappresentano più che altro dei laboratori dove designer e progettisti del NABA daranno vita alle proprie creazioni, realizzando delle vere e proprie esposizioni istantanee. Interessanti occasioni, nonché divertenti momenti per imparare che si può creare manufatti nuovi dall’utilizzo di materiali riciclati, o da oggetti dimenticati nei cassetti delle nostre scrivanie, a dimostrazione che ogni cosa nel quotidiano ha molteplici sfaccettature, che si può essere creativi e allo stesso tempo rispettosi dell’ambiente, adottando comportamenti sostenibili. A completare la rassegna di eventi previsti, un concorso internazionale, una selezione di advisor: architetti, designer, artisti critici, sono stati infatti chiamati dagli organizzatori alla selezione dei progetti più intriganti in accordo con i principi base del Manifesto del Compasso di Latta, suddivisi per categorie, scelte da una giuria eterogenea di personalità politiche, culturali ed economiche. Ai migliori progetti verranno assegnati in totale 12 premi e le candidature dei progetti potranno avvenire on-line attraverso il sito del progetto. Cosa ci può insegnare quest’esperienza? Se l’arte incontra l’ambiente e l’attività industriale riscopre un modo di produrre più semplice e meno “artificioso”, l’incontro tra questi due mondi apparentemente così diversi può essere molto stimolante e propedeutico ad stile di vita basato sulla qualità.

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