La cupola di contenimento fa il suo dovere ma intanto si apre una nuova falla nel pozzo Macondo. La causa forse sta proprio nella nuova strategia, che, aumentando la pressione del greggio, ha fatto cedere la parete più fragile
(Rinnovabili.it) – E’ dal 20 aprile che si cercano soluzioni al problema Deep Horizon e la notizia del posizionamento della cupola di contenimento per un po’ ha rasserenato gli animi. A 24 ore dall’inizio dei test, iniziati giovedì scorso, non si erano registrate perdite e i valori della pressione del greggio non destavano preoccupazioni circa la possibilità dell’apertura di una falla. A test conclusi, però, le notizie non sono altrettanto buone: si è aperta una nuova falla, e dalla piattaforma si riversa in mare petrolio e metano. A tal proposito Thed Allen, responsabile per il governo americano della supervisione delle operazioni per bloccare la marea nera nel Golfo del Messico ha reso ufficiale la presenza di una nuova perdita proprio nelle vicinanze del pozzo chiuso dalla cupola di contenimento, ordinando alla British Petroleum di presentare un dettagliato rapporto dell’attuale situazione ribadendo: “Quando viene individuata una falla, siete tenuti a impegnare risorse, indagare rapidamente e riferire sui risultati raggiunti al governo in non più di quattro ore”, ha scritto Allen in una lettera indirizzata al Managing Director di BP, Bob Dudley.
Gli esperti temono che la falla sia una diretta conseguenza del posizionamento della cupola e dell’aumento della pressione del greggio che avrebbe portato alla rottura di una delle zone più fragili del pozzo con la possibilità che si creino ulteriori danni alla struttura e altre fuoriuscite.
La speranza, quindi, che la cupola possa reggere fino al completamento di un nuovo pozzo di emergenza previsto per agosto, si affievolisce ulteriormente davanti all’annuncio della presenza di “alcune anomalie di natura indefinita nella testa del pozzo” come riferito da Thad Allen.