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De Vita: i biofuel non sono decisivi nella riduzione della CO2

(Rinnovabili.it) – Le aziende petrolifere si sono dichiarate favorevoli ad integrare la produzione di carburanti con soluzioni non fossili ma a patto vengano presi in considerazione anche i costi necessari agli adeguamenti necessari per la produzione e distribuzione dei biocarburanti.
A dichiararlo è Pasquale De Vita, presidente dell’UP (Unione Petrolifera) durante l’incontro al Senato presso la Commissione Territorio e Ambiente che sta svolgendo un’indagine conoscitiva in merito alla riduzione delle emissioni dannose collegate alle problematiche del cambiamento climatico. “E’ necessario considerare – ha sottolineato – che ad oggi i risultati attesi dallo sviluppo dei biocarburanti sono stati scarsamente positivi e gli obiettivi comunitari sul loro impiego al 2020 nel settore trasporti impongono una seria riflessione sullo sviluppo di questo mercato sia sotto il profilo economico che in termini di sostenibilità ambientale e sociale”. Secondo il presidente De Vita sarebbe opportuno predisporre un piano di sviluppo a medio termine certo e condiviso, anche alla luce della recente direttiva sulla promozione delle fonti rinnovabili definendo gli interventi di riduzione della CO2 incentrati sui biocarburanti “assolutamente non competitivi con altre forme di riduzione della CO2, con costi largamente superiori alle attuali quotazioni del mercato della stessa CO2″.
Altro fattore da tenere in considerazione è il notevole consumo d’acqua necessario per la coltivazione delle colture energetiche e la necessità di preservare la fertilità del suolo ove tale culture crescono, ha dichiarato de Vita sottolineando che allontanarsi dalla dipendenza delle fonti fossili non sarà facile. “Va ricordato – ha aggiunto – come nella migliore delle ipotesi, in base alle stime dell’Aie, il contributo dei biofuel al soddisfacimento della domanda di energia mondiale al 2030 non andrà oltre il 6%” e che sempre fino a quella data “circa l’80% della domanda di energia sarà soddisfatta dalle fonti fossili e ciò vale in particolare per il settore dei trasporti”. E’ in base a questi ragionamenti che “si giustifica il forte impegno dell’industria petrolifera anche sui carburanti tradizionali – ha poi detto – impegno diretto a garantire un trend di riduzione delle emissioni veicolari verso obiettivi ambientali sempre più ambiziosi e tali da traguardare la massima sostenibilità del settore trasporti e il continuo miglioramento della qualità dell’aria”. Un trend che si è consolidato negli ultimi anni, ha spiegato De Vita, “attraverso l’effetto combinato del miglioramento della qualità dei carburanti e lo sviluppo di tecnologie motoristiche particolarmente sofisticate”.

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