(Rinnovabili.it) – Il Ddl sullo sviluppo recentemente approvato, oltre ad aver delegato al Governo le decisioni sulla politica del nucleare, ha previsto anche misure a sostegno dello sviluppo delle biomasse.
Il provvedimanto ha confermato, in materia di biogas e biomasse, la tariffa di 28 centesimi di euro per KWh immesso nella rete, ma solo nel caso in cui la potenza non superi il MW. Per quanto riguarda la produzione sono stati inclusi gli impianti a oli vegetali puri, ottenuti da colture europee.
Contestualmente agli impianti alimentati con altri biocombustibili liquidi (biodiesel e bioetanolo) e con oli provenienti da paesi che non fanno parte dell’UE (ad esempio, olio di palma), come pure per i gas di discarica e i gas che derivano da processi di depurazione, la tariffa calcolata equivale a 18 centesimi per kWh.
Qualora gli impianti alimentati a rifiuti biodegradabili o a biomasse abbiano una potenza superiore a 1MW sarà riconosciuto un coefficiente di moltiplicazione superiore rispetto al passato: si passa da 1,1 a 1,3.
Il coefficiente aumenterà anche per gli impianti alimentati a biomasse o a biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, con una produzione superiore a 1 MW: si passerà ad un coefficiente pari a 1,8.