Durante il maggio francese del ‘68 era stato soprannominato “Danny il Rosso” per il colore dei suoi capelli. Ora che si sono tinti di grigio, si intravede ancora qualche filo della gioventù trascorsa, gioventù presente specialmente nell’energia con cui parla ancora di ambiente. Dopo 30 anni, Daniel Cohn-Bendit è diventato co-presidente dei Verdi Europei e si è meritato il nuovo appellativo di “Danny il Verde”. Ospite e padrino della Costituente Ecologista, che il 18 novembre si è riunita al Teatro Eliseo di Roma, Cohn-Bendit ha rapito l’attenzione della platea parlando dell’importanza di unire i movimenti ecologisti all’interno di un percorso condiviso, “né a destra né a sinistra, ma avanti”, e sottolineando la necessità di convincere le persone, senza eccedere in catastrofismi, per arrivare ad una trasformazione green della società e della politica. Il suo messaggio in ultima sintesi? Per superare la crisi ambientale-economica-sociale serve maggior coesione tra i movimenti ed una loro migliore partecipazione nella società.
*Fabio Ferri: Si sente spesso parlare di Green Economy, lei però parla, e lo ha fatto anche oggi, di “Green Policy”, cosa vuol dire esattamente?*
*Daniel Cohn-Bendit:* Se vogliamo avere una trasformazione ecologica concreta, abbiamo bisogno di una politica che sia capace di veicolare la partecipazione dal basso alle decisioni. Questa è secondo me l’essenza della politica green. Per attuarla, però, abbiamo bisogno di una “forza ecologica” capace di influenzare sia la destra che la sinistra, una forza che sia anche un partner politico capace di prendere decisioni e indicare strategie. L’ecologia politica, come io l’intendo, deve evolversi costantemente grazie alle nuove conoscenze scientifiche ed alla maggior consapevolezza nel rapporto tra uomo e ambiente. La forza di queste idee, quindi, è proprio nella volontà, e nella capacità, di interagire consapevolmente sia su scala globale che su quella locale.
*F.F.: Perché è così difficile mettere insieme i movimenti ecologisti, e perché sono così eterogenei?*
*D.C.B.:* E’ il problema delle diversità è un problema umano. E’ difficile risolvere queste contraddizioni, c’è bisogno di un gruppo di persone capace di unire superando i piccoli interessi e le diffidenze tra chi si muove verso una direzione comune.
*F.F.: Lei è anche un convinto europeista. Mentre gli stati membri si occupano separatamente di affrontare crisi economiche ed energetiche, non crede che le energie rinnovabili potrebbero essere uno degli ambiti più strategici misurare la coesione politica dell’Europa?*
*D.C.B.:* Certamente. Noi, come Verdi, abbiamo avviato la proposta di realizzare un Piano Energetico Europeo anche con la creazione di un Fondo UE, chiedendo di aumentare fino al 30% il risparmio energetico. Il programma ecologico deve passare attraverso l’Europa che è il contesto ideale per lo sviluppo di questo cambiamemento straordinario.
*F.F.: Perché molti giovani sono disinnamorati della politica?*
*D.C.B.:* Io non ne sono sicuro, ma credo che siano più che altro disinnamorati della politica tradizionale. Non è la stessa cosa. Hanno tutti bisogno di credere nella possibilità reale di poter attuare un cambiamento epocale.
*F.F.: Come vede il futuro?*
*D.C.B.:* Il futuro non è scritto, potrebbe migliorare o peggiorare: dipende dalla nostra capacità di intervenire e dalle scelte che facciamo o che lasciamo fare. Io sono ottimista, ma realista. Ci sono tante e innegabili difficoltà, ma il movimento ecologista chiede un grande impegno a tutti noi ed indica realisticamente gli obiettivi raggiungibili.