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Danni ad una centrale a carbone: non illeciti se evitano danni peggiori

Una sentenza emessa dal tribunale inglese di Maidstone, nel Kent, ha assolto alcuni militanti ambientalisti accusati di di aver danneggiato la centrale elettrica di Kingsnorth, causando danni per 35.000 sterline: si trattava di sei attivisti di Greenpeace che avevano imbrattato una ciminiera della fabbrica. Il giudice, ispirandosi al “Criminal Damage Act” del 1971, che giustifica i danni causati ad una proprietà se questo ne evita di maggiori, (come buttar giù la porta di una casa in fiamme per spegnere l’incendio), in questo caso ha ritenuto che la minaccia dei cambiamenti climatici sia tale da giustificare l’azione dei sei ambientalisti, poi prosciolti in tribunale. Un verdetto sorprendente e che senz’altro costituirà un precedente.
Durante lo scorso mese a Kingsnorth c’è stata una grande protesta contro la costruzione di una centrale elettrica di nuova generazione, alimentata a carbone. Gli ambientalisti lo considerano infatti un passo indietro nella lotta contro il surriscaldamento del pianeta. I sei attivisti di Greenpeace avevano così cercato di scrivere “Gordon bin it”, (Gordon cestinalo), senza però andare oltre la scritta “Gordon”, per l’ingiunzione di un tribunale. Nel processo, la difesa ha dichiarato che i suoi assistiti hanno agito nella reale convinzione che, fermare la centrale, costituiva un atto importante nella lotta contro l’inquinamento a livello globale.

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