Rinnovabili

Damanhur, comunità rinnovabile

Dai pannelli solari degli anni ’80, rigorosamente fatti in casa, ai 180 Kwp degli impianti installati fino ad oggi anche con il Conto Energia.
L’obiettivo è la produzione di altri 180 Kwp entro la fine del prossimo anno per raggiungere il 50% di autosufficienza energetica del migliaio di “cittadini” della Federazione di Comunità Damanhur, realizzata in Piemonte a partire dalla fine degli anni ’70 (“www.damanhur.it”:www.damanhur.it).
Il solare termico resta un passo avanti rispetto al fotovoltaico: gli impianti installati nelle case dei damanhuriani occupano 240 mq di superficie e garantiscono l’80% del fabbisogno di acqua calda sanitaria.
Da un anno è in funzione anche un impianto di geotermia con pompe di calore acqua aria, abbinato a solare termico e fotovoltaico, cuore di una grande casa costruita in bioarchitettura nel territorio di Cuceglio (TO).
Nell’ottobre del 2007 Fee Italia (Foundation For Environmental Education) ha assegnato alla Federazione e all’Amministrazione comunale un riconoscimento internazionale per i materiali e le tecnologie utilizzati.
Le energie rinnovabili rappresentano un vecchio sogno per i damanhuriani, gente di tutte le età e provenienza geografica, in maggioranza italiani, che animano la più grande comunità europea per numero di aderenti ed estensione territoriale.
A trent’anni dalla sua nascita, la Federazione ha territori boschivi e agricoli per un totale di circa 600 ettari nel Canavese, tra Torino e la Valle d’Aosta, con un centinaio tra abitazione e strutture utilizzate per varie attività lavorative.
Oggi si occupa di energie rinnovabili la Cooperativa Solerà (www.solerà.info), azienda che vive una costante espansione, con cantieri in Piemonte e in altre regioni.
Un passaggio importante per l’utilizzo di rinnovabili, che ha permesso un evidente salto di qualità nei risultati a lungo inseguiti dai damanhuriani: i primi 12 pannelli fotovoltaici, datati 1989, garantivano una potenza di picco di soli 60 Wp e soltanto nei cinque anni successivi furono realizzati altri 4 impianti per un totale di 130 Wp.
Un primo risultato considerato del tutto insufficiente, almeno in rapporto alle aspettative comunitarie, con una produzione complessiva di 15 Kwp.
La voglia di sperimentare, pure in assenza di specifiche specializzazioni in questo settore, hanno portato all’installazione di altri 3 impianti negli anni ’90, anche se la vera e propria svolta è avvenuta soltanto nel 2003 con i primi bandi regionali dedicati alle rinnovabili.
La cooperativa ha facilitato la scelta di materiali e ha permesso di utilizzare al meglio i nuovi incentivi, consentendo di arrivare a 150 Kwp installati, ai quali si sono aggiunti 30 Kwp sull’onda del “Conto Energia”, pari al 25% del fabbisogno di energia elettrica consumata dai damanhuriani.
L’esperienza damanhuriana non deriva semplicemente da un’idea ecologista o dall’interesse per il risparmio.

*La visione filosofica*
Damanhur si è occupata di “energia” ancora prima di esistere, vale a dire dalla metà degli anni ‘70: la filosofia ispiratrice di questa esperienza spirituale e sociale ha sempre previsto la ricerca di un rapporto equilibrato tra esseri umani e risorse del Pianeta.
In quel periodo storico l’Italia viveva in pieno lo sviluppo economico avviato dopo la fine della seconda guerra mondiale.
L’inspiratore della Federazione di comunità, Oberto Airaudi (il nome damanhuriano è Falco) e con lui gli altri fondatori, elaborarono allora gli aspetti fondamentali di una nuova filosofia di vita, intendendoli come base di un pensiero sul quale sviluppare in brevissimo tempo l’organizzazione sociale e di carattere comunitario: il concetto ampio di “energia” conteneva già una visione olistica del termine più attuale di “società sostenibile”.
Dal punto di vista damanhuriano la carica vitale che muove gli esseri umani ha una rispondenza anche nel rapporto con gli Elementi e con le leggi fisiche del pianeta, nella relazione tra risorse umane ed energetiche.
Come tutte le società organizzate anche la Federazione ha approvato un corpo di leggi con alcuni Principi generali.
Due articoli della Carta costituzionale sono dedicati a ricerca e sperimentazione: in specifico si riferiscono alla relazione tra spiritualità, ricerca ed ecologia, che “ispirano ogni rapporto con l’ambiente, anche attraverso l’impiego di tecnologie appropriate, utili al miglioramento della qualità della vita”.
Falco, nei suoi numerosi scritti pubblicati soprattutto del periodo tra gli anni ’80 e la fine degli anni ’90, ha costantemente stimolato la ricerca e la sperimentazione in questo settore, sempre all’insegna della concretezza e del “fare”: il pensiero indirizza l’azione e le opere realizzate trasformano la condizione materiale, favorendo così l’evoluzione dello spirito.

*I primi esperimenti*

Il passaggio dall’elaborazione filosofica al raggiungimento di risultati validi e duraturi non è stato facile né immediato: ci sono voluti diversi anni prima di ottenere buoni risultati nella produzione energetica con energie rinnovabili.
I primi esperimenti degli anni ’80 avvennero con sistemi piuttosto empirici: pannelli solari autocostruiti, bollitori artigianali per riscaldare l’acqua, parabole a specchi ustori fecero da cornice al primo sistema interno di raccolta differenziata dei rifiuti, perché l’idea olistica di energia inizia evitando lo spreco, continua con il risparmio o l’uso oculato delle risorse e arriva all’utilizzo razionale delle energie rinnovabili.
Nel passaggio agli anni ’90 non sono mancate proposte concrete fatte, alla Società Enel per produrre energia idroelettrica da vecchi canali di scorrimento dell’acqua, senza prelievi invasivi che avrebbero impoverito la vita di un torrente che scorre vicino all’insediamento storico della Federazione.
Forse era un progetto troppo avanzato per quel periodo o, più probabilmente, burocrazia e normative italiane non avevano intenzione di facilitare la vita ai privati: l’idea era valida e lo è ancora oggi, ma l’utilizzo dell’acqua non è mi stato concesso.

*L’evoluzione degli ultimi anni*
In questi ultimi anni sono stati realizzati impianti solari, fotovoltaici, geotermici con sistemi integrati e sono sempre allo studio nuovi progetti per la produzione di energia: l’ultima sperimentazione in corso riguarda, ad esempio, l’utilizzo di un concentratore solare in una delle case damanhuriane.
In questa corsa all’autosufficienza energetica la Federazione è diventata “di slancio” un produttore anomalo, tanto da essere diventata probabilmente il soggetto privato che produce il maggior numero di KW/ora in Piemonte. Fatte le debite proporzioni, case e ambienti di lavoro producono in energia rinnovabile quanto otterrebbe una città di circa 200mila abitanti: come dire che il migliaio di damanhuriani raggiunge lo stesso risultato che in una città è ottenuto da duecentomila persone”.

Dal punto di vista damanhuriano “energia” è l’interazione tra tecnologia, risorse umane, economia e qualità della vita e, sulla base di questo presupposto, sono state fatte diverse proposte, lanciate anche in occasione di recenti convegni dedicati alle rinnovabili.

*Le proposte della Federazione*
– Un progetto di almeno 10.000 tetti fotovoltaici nel solo Piemonte. Questo era l’obiettivo del Governo italiano di un paio d’anni fa, da riprendere e rilanciare in tutto il territorio regionale.
– Accordi con le industrie per la loro partecipazione alla costruzione d’impianti per la produzione di energie rinnovabili. Accordi di questa natura sono stati realizzati, ad esempio, in Toscana tra Enti Pubblici e Unione Industriale, dopo i black out che paralizzarono gran parte dell’Italia.
– Il concetto di bioregionalismo applicato al territorio, con l’impegno a costruire piccoli impianti per la produzione di rinnovabili in grado di soddisfare parte del locale fabbisogno energetico.
– Maggiori investimenti nella sperimentazione di nuovi materiali e tecnologie nel settore delle rinnovabili.
– Finanziamenti e incentivi mantenuti a favore dei privati che producono energia con le rinnovabili.

_Roberto Sparagio (a Damanhur Coboldo Melo), Assessore all’Ambiente del Comune di Vidracco (TO)_

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