(Rinnovabili.it) – Il cardo potrebbe essere una vera rivoluzione nel settore dei biocombustibili se la sperimentazione del Cnr dovesse dare buoni risultati. La notizia è stata riportata nell’Almanacco della scienza del Consiglio nazionale delle ricerche: da questa pianta potrebbero presto essere prodotti elettricità, calore e biocombustibili. Questi gli obiettivi più ambiziosi del progetto condotto dall’Unità operativa dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom) del Cnr di Catania. “Dagli anni ’90 questa specie è stata rivalutata come coltura da destinare alla produzione di biomassa per energia – ha spiegato il direttore Salvatore Antonino Raccuia – così come il cardo selvatico, suo progenitore ampiamente diffuso. Questa pianta, infatti, grazie al ciclo di crescita che va dall’autunno alla primavera, ottiene buone rese in biomassa e acheni (frutto semplice e secco). L’elevato contenuto di zuccheri presente nelle radici, prevalentemente inulina, offre grandi possibilità d’impiego nel settore energetico”.
Per quello che riguarda invece i dati sulla resa di impianti a ciclo lungo (10-12 anni), in ambiente mediterraneo hanno mostrato rese medie in biomassa secca tra 14 e 15 tonnellate/ettaro per anno. “Anche se quelle più elevate – ha spiegato Raccuia – si hanno tra il secondo e il quinto anno”. Rese medie maggiori si possono invece ottenere con cicli di coltivazione più brevi (3 anni)”. Dalla combustione della biomassa, eccetto gli acheni, è possibile poi ricavare tra 16.500 e 17.800 Kilo-joule per kilogrammo (Kj/kg). Una buona notizia soprattutto per le regioni meridionali, in cui il cardo cresce con facilità anche se nel nostro paese solo 20 ettari sono coltivati a scopo sperimentale per la produzione di biomassa da cardo.