Ancora una notizia dal settore energetico delle biomasse: l’organizzazione delle Nazioni Unite per L’Alimentazione e L’Agricoltura ha messo a punto un sistema per aiutare i Paesi ad entrare rapidamente nel settore dell’industria bioenergetica, avvantaggiando quelli poveri, senza minare la loro sicurezza alimentare. Si tratta di una “struttura analitica” progettata da un team di economisti della Fao, dell’Istituto Copernico dell’Università di Utrecht e dell’Oeko-Institut di Darmstadt. Il piano di lavoro durerà tre anni ed usufruirà di sovvenzioni pubbliche dalla Germania. L’obiettivo sarà di garantire la sicurezza alimentare globale da parte dell’industria delle bioenergie. Il quadro analitico permetterà ai governi interessati d’entrare nel settore bioenergetico, calcolando in maniera diretta l’effetto delle loro decisioni politiche sulla sicurezza alimentare delle popolazioni. E’ ormai di dominio pubblico che le biomasse siano in grado di influenzare i prezzi dei generi alimentari e il reddito rurale, determinando importanti implicazioni – sia positive che negative -in campo alimentare. Lo strumento consente di valutare il potenziale tecnico delle biomasse, i costi di produzione delle biomasse, il potenziale economico dell’energia derivata, le conseguenze macroeconomiche, l’impatto a livello nazionale e delle singole famiglie. Prima di un’adozione internazionale, la struttura sarà testata sul campo in Perù, Tailandia e Tanzania.