Il professor Yakir ha analizzato alcune riviste scientifiche dell'800 per valutare gli effetti dell'inquinamento provocato dalla Rivoluzione Industriale: è bastato analizzare la proporzione tra C13 e C12 presente nella carta
(Rinnovabili.it) – I vecchi giornali e i tomi più antichi sono una preziosa fonte per conoscere eventi del passato, anche quelli più impensabili. Come ha infatti scoperto il professor Dan Yakir del Dipartimento di Scienze Ambientali e di Ricerca Energetica per conto della Facoltà di Chimica del “Weizmann Institute”:https://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=1&ved=0CCoQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.weizmann.ac.il%2F&ei=eghUTbmXDIfzsgbng4XvBg&usg=AFQjCNGKudgkg-XYsPlZqtw6UqzGMKL78w (istituto di Rehovot, Israele), le pagine, se analizzate, possono darci una importante testimonianza delle condizioni atmosferiche del periodo in cui gli alberi sono stati abbattuti per la produzione di carta.
La constatazione è stata possibile grazie alla misurazione del quantitativo di isotopi del carbonio rinvenuti nella carta di vecchie riviste: è così che il professor Yakir è stato in grado di tracciare i valori dell’inquinamento atmosferico, derivante soprattutto dall’attività della Rivoluzione Industriale.
Lo studio del Dipartimento ha cercato di comprendere la proporzione tra l’isotopo di carbonio (il carbonio 13 per la precisione, isotopo tipicamente non radioattivo) e la sua controparte più leggera, il carbonio 12 nella carta delle riviste analizzate, risalenti al XVII secolo. Da questa differenza gli esperti sono riusciti a valutare quanta CO2 venne rilasciata in atmosfera all’epoca dalla combustione di carburanti fossili partendo dalla consapevolezza che le piante, durante la fotosintesi, assorbono preferibilmente la CO2 ottenuta partendo dal comune C12, piuttosto che dal più pesante C13.
Sappiamo infatti che la biomassa vegetale risalente a milioni di anni fa nei secoli si è trasformata in petrolio, gas e carbone che contengono basse percentuali di C13. Ma da quando hanno avuto inizio le prime estrazioni e quindi la combustione delle materie fossili, ossia a seguito della rivoluzione industriale il C12 incamerato dalle piante è stato rilasciato nuovamente in atmosfera facendo scendere le percentuali di C13 che allo stato attuale risulta diluito.
Il lavoro di Yakir è stato quindi utile per dimostrare che il continuo calo di isotopi è chiaramente registrato nella carta dei vecchi documenti il che ci fa capire l’enorme quantitativo di combustibili fossili bruciati nel corso dei 150 anni passati.
Il progetto, in corso da 14 anni, ha ottenuto importanti risultati nonostante non tutti gli stampati siano stati realizzati su carta ma su materiali che sono derivati della lavorazione di fibre tessili come il cotone e il lino.