Spaventare gli speculatori e incoraggiare gli investitori a accelerare gli eventuali progetti verdi: un doppio obiettivo prende forma con la nuova normativa energetica approvata da Sofia che riduce i termini di acquisto dell’energia rinnovabile
(Rinnovabili.it) – Tempo di riesami per le rinnovabili bulgare. Per contenere i prezzi dell’energia elettrica ed possibili malcontenti, il Governo ha deciso di frenare le due promettenti filiere green del Paese: solare ed eolico. E’ di oggi infatti la notizia dell’approvazione di una nuova legge che modifica l’obbligo d’acquisto da parte dello Stato dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili ad un alto prezzo fisso. Il precedente feed-in-tariff ha determinato nel paese un vero e proprio boom di progetti eolici e solari, superando in breve tempo i 6 GW di capacità istallata sul territorio, ben *al di sopra la capacità della rete nazionale*. Secondo i conti del Governo alla Bulgaria mancherebbero ora solo 2 GW per soddisfare il target imposto dall’Unione Europea nella produzione energetica sostenibile. La nuova norma richiede che gli investitori paghino *un canone di connessione del valore di 50.000 lev (25.000 euro) per megawatt* previsto al momento della firma del contratto preliminare.
La legge richiede inoltre che il prezzo d’acquisto dell’energia prodotta venga fissato *una volta completamente edificato* il parco eolico o l’impianto solare e non più al momento della firma del contratto preliminare, diminuendo nel contempo il periodo di obbligatorio per l’acquisto da 25 a 20 per il fotovoltaico e da 15 a 12 per l’energia del vento. La mossa lascia il malcontento nel comparto. Le associazioni di settore hanno criticato, e non poco, le modifiche, alcune delle quali introdotte in parlamento all’ultimo minuto, soprattutto per la mancanza di prevedibilità delle nuove norme . In compenso la legge prevede maggiori incentivi per l’energia da biomasse e dal processamento dei rifiuti, settori ad oggi ancora praticamente inesistenti in Bulgaria.