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Dall’OCSE ancora una condanna per i biocarburanti

Si è tenuta questa mattina a Parigi la conferenza sul tema: “Politiche sui biocarburanti: quale efficacia?”

Il sostegno dei Governi alla produzione di biocarburanti è costosa, ha un impatto limitato sulla riduzione dei gas a effetto serra e sul miglioramento della sicurezza energetica, e ha un effetto significativo sui prezzi delle colture mondiali. A dichiarare tutto ciò è l’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel suo studio a proposito delle politiche volte a promuovere una maggiore produzione e l’uso di biocarburanti nei paesi membri. Il rapporto, presentato oggi a Parigi, va ad aggiungere un’ulteriore condanna alle già tante critiche che stanno piovendo di questi tempi sui biocarburanti di prima generazione. Invitando le nazioni a riorientare le politiche per incoraggiare una riduzione del consumo energetico, in particolare nel settore dei trasporti, l’Organizzazione sottolinea come negli USA, in Canada e nell’UE il sostegno pubblico destinato alla produzione di biocarburante sia destinato ad arrivare ai 25 miliardi di dollari entro il 2015, contro gli 11 miliardi del 2002. Secondo le stime citate nel rapporto il sovvenzionamento costa tra i 960 e i 1700 dollari per ogni tonnellata di gas a effetto serra evitate. In più, afferma l’OCSE, il costo elevato si traduce nella pratica in una riduzione molto modesta delle emissioni, spingendo, al contrario, verso l’alto i prezzi agricoli ed aggravando l’insicurezza alimentare per le popolazioni più povere. Il rapporto raccomanda comunque ai Governi ad una maggiore apertura dei mercati per i biocarburanti e le materie prime al fine di migliorare l’efficienza e ridurre i costi ed invita la ricerca ad accelerare lo sviluppo dei biocarburanti di seconda generazione.

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