Rinnovabili

Dal legno si ricava combustibile ecologico

Consolidare una moderna filiera foresta/legno e legno/energia che sia in grado di valorizzare le risorse locali, fornire opportunità di reddito e di lavoro, contribuire alla promozione delle fonti rinnovabili e alla riduzione delle emissioni di CO2. Questi solo alcuni degli obiettivi dei due progetti del Parmense finanziati dal Programma di sviluppo rurale nell’ambito della filiera del legno. La Regione Emilia Romagna ha infatti approvato nei giorni scorsi la graduatoria dei progetti di filiera che potranno accedere ai finanziamenti: 12 progetti che riguardano la provincia di Parma per un investimento di oltre 52milioni di euro, di cui oltre 14 di contributi pubblici.

“Questi due progetti valorizzano la risorsa legno e lo fanno puntando sulla sostenibilità, ad esempio puntando sul cippato come combustibile “ecologico” – ha affermato il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari – L’obiettivo è quello di rilanciare un comparto importante per il nostro Appennino, una risorsa fondamentale per rilanciare lo sviluppo economico della montagna”.

I progetti della filiera del legno del Parmense coinvolgono aziende e imprese del territorio montano: il “Progetto di Filiera 10”, promosso dal Consorzio delle Comunalie Parmensi, che coinvolge i comuni di Albareto, Tornolo e Borgotaro, e il “Progetto di filiera 41” del Consorzio Volontario Forestale Monte Fuso, che riguarda il territorio di Neviano.

Il primo progetto è stato elaborato e condotto dal Consorzio delle Comunalie Parmensi e prevede il rafforzamento dell’integrazione tra proprietari di boschi e imprese di trasformazione e commercializzazione. “L’obiettivo – ha detto Antonio Mortali del Consorzio delle Comunalie Parmensi – è di far incontrare al meglio domanda e offerta, ma anche di potenziare il settore ormai consolidato della legna da ardere e i settori sperimentali legati alla legna da lavoro e al cippato per l’alimentazione delle caldaie a biomassa”.

I materiali non destinati al settore della legna da ardere e da lavoro verranno utilizzati per la produzione di biomassa, la vera scommessa innovativa per la Val Taro, visto che stanno nascendo numerose opportunità per la produzione di calore ed energia con fonti rinnovabili e l’approvvigionamento in loco del materiale, sfruttando la “filiera corta”.

Il secondo progetto, promosso dal Consorzio volontario Forestale Monte Fuso, coinvolge 19 produttori agro-forestali, un’impresa di trasformazione e un’impresa di commercializzazione. Le aziende agro-forestali di base forniranno il legname all’impresa, che trasformerà il legno in travi e assi grezze per la successiva lavorazione e/o commercializzazione. L’azienda produrrà cippato con gli scarti di lavorazione: metà del cippato sarà utilizzato dall’impresa stessa, mentre l’altra metà sarà venduta direttamente sul mercato o all’impresa di commercializzazione. Inoltre, uno dei produttori di base (il Consorzio Volontario Forestale del Monte Fuso) recupererà legna di scarto dall’attività di esbosco per poi immetterla sul mercato come legna da ardere.

I due progetti si aggiungono a quelli già avviati dalla Provincia sul legno e biomasse: sono infatti complementari agli interventi già finanziati sul territorio montano con la misura 321.3 (Realizzazione di impianti pubblici per la produzione di energia da biomassa locale), nonché con progetti pilota tesi a creare una stabile domanda di biomassa legnosa per scopi energetici in un’ottica di filiera corta e locale.

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