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Dal JRC il catalogo delle smart grid europee

Il commissario UE Maire Geoghegan-Quinn: “siamo solo all'inizio della transizione verso le smart grid, e in questa fase, la condivisione dei risultati dei progetti di ricerca può aiutare ad aumentare il bagaglio di conoscenze"

(Rinnovabili.it) – Il Joint Research ha presentato oggi il primo “catalogo”:https://ses.jrc.ec.europa.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=93&Itemid=137 completo dei progetti europei di *Smart Grid.* Il rapporto, lanciato a Varsavia durante la conferenza _”Scientific Support to a Competitive European Low Carbon Economy: Energy, Transport and Emerging Technologies”,_ si basa su una revisione di 219 progetti, che insieme rappresentano *un investimento complessivo di circa 5,5 miliardi di euro*.
Sono in molti a ritenere che le reti intelligenti giocheranno un ruolo chiave nel raggiungimento energetica dell’UE obiettivi di efficienza per il 2020 in quanto strumento fondamentale per aiutare l’integrazione delle fonti rinnovabili nelle infrastrutture di distribuzione, lo sviluppo della mobilità elettrica, un maggiore controllo per i consumatori sui consumi energetici, evitare blackout e ripristinare l’alimentazione rapidamente in caso di interruzioni. Tuttavia per rendere questa opportunità una realtà di successo sono necessari ingenti investimenti: ben 56 miliardi di euro entro il 2020.

Il rapporto evidenzia che la stragrande maggioranza degli investimenti sono stati realizzati nei vecchi Stati membri (UE15), mentre i nuovi paesi comunitari (UE-12) tendono a restare indietro. Le pagine mostrano inoltre che i gestori dei sistemi di distribuzione (Distribution System Operators – DSO) svolgono un ruolo di primo piano nel coordinamento distribuzione delle smart grid a livello comunitario. I progetti affidati ai DSO rappresentano circa il 27% del totale e circa il 67% di tutti gli investimenti. Tuttavia, lo studio sottolinea come l’attuale regolamentazione negli Stati membri dell’UE tenda a sostenere gli operatori con incentivi che promuovano la costo-efficienza, riducendo le spese operativi piuttosto che con l’aggiornamento verso un sistema più intelligente.
“L’implementazione delle reti intelligenti – ha commentato il Commissario europeo per la Ricerca, innovazione e scienza, Maire Geoghegan-Quinn – è una significativa opportunità per l’industria europea in termine di ricerca, mercato ed esportazione delle nuove tecnologie, per creare nuovi posti di lavoro e mantenere la leadership tecnologica globale. Siamo solo all’inizio della transizione verso le smart grid, e in questa fase, la condivisione dei risultati dei progetti di ricerca può aiutare ad aumentare il bagaglio di conoscenze e aggiungere impulso all’innovazione in questo campo”.
Il *5,5% di tutti e i 219 progetti sono coordinati e guidati dall’Italia*, terza per numero in Europa dopo la Germania, che deteiene l’11,1% e la Danimarca, che ne ha addirittura il 22%. Tuttavia, il Belpaese primeggia nella Comunità in termini di investimenti, con il 55% delle risorse finanziarie totali impegnate, seguito, ma a molta distanza dalla Germania con il 5,8% degli investimenti totali e dalla Finlandia con il 5,6%.

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