(Rinnovabili.it) – Le imprese britanniche non stanno avendo il supporto necessario per affrontare la lotta al cambiamento climatico. La conclusione che è emersa dal Climate Change Summit 2010 organizzato dalla CBI, la business Lobby britannica, è stata commentata dal presidente del gruppo, Richard Lambert, a margine dell’incontro tenutosi ieri a Londra. Colpa della recessione, e dei fondi ridistribuiti a settori di cui non faceva parte l’ambiente e colpa forse anche del cambio di governo, che ha portato ad un periodo di stallo che ha bloccato la redazione di nuove normative.
”Qui nel Regno Unito il programma nucleare è circa un anno dietro rispetto a quanto sperato nel 2007, e siamo poco più avanti nel costruire siti di stoccaggio del carbonio, cosa di cui la nostra economia ha così urgente bisogno”. “Ma la cosa più preoccupante – ha proseguito Lambert – è il fatto che il comportamento delle persone non sia mutato in tre anni, in Inghilterra come nel resto del mondo”.
Nonostante l’inizio a matrice negativa il presidente ha poi ammesso che, a livello globale, la situazione è a volte più positiva sottolineando che le economie emergenti si stanno impegnando realmente a favore della lotta all’innalzamento della temperatura globale, testimoniato da evidenti progressi tecnologici e dall’aumento dell’attenzione alle risorse. Gli investimenti privati però hanno un ruolo sempre più importante all’interno della definizione della futura economia e sono in grado di ricostruire la prosperità, ha commentato, e l’ambiente dovrà divenire il centro delle prossime strategie aziendali perché il business ormai ha capito i vantaggi di investire in tecnologie e politiche concentrate verso il risparmio e l’efficienza energetica. Nonostante tutto le necessità di una politica che dia maggiore spazio alle tematiche ambientali rimane, e potrebbe risollevare da un periodo di crisi fungendo da supporto attraverso un regime di incentivazione e di supporto allo sviluppo. A tal fine il presidente Lambert ha fatto appello anche alla Green Investment Bank, affinchè i prestiti non siano una tantum, un impegno da uno o due milioni di sterline quando ve n’è la possibilità ma bensì diventino un punto fondamentale sul quale fondare lo sviluppo del paese permettendo alle imprese, anche le più piccole, di adeguarsi alle nuove esigenze del Pianeta.