h4. Nuove frontiere per il solare a concentrazione
_La tecnologia degli inseguitori solari è stata scalzata dal brevetto della “spirale solare”, la nuova nata nel solare a concentrazione._
03/07/07 – Roma – Si chiama “spirale solare” il nuovo dispositivo brevettato da alcuni professionisti dell’Associazione nazionale degli inventori (Andi) e promette di contribuire ad un grande balzo in avanti nel mondo della tecnologia del solare termodinamico a concentrazione. Il dispositivo permette infatti di captare la radiazione solare a qualsiasi altezza si trovi il sole, concentrandola poi su un fuoco lineare, grazie alla sua particolare conformazione a spirale. Il sistema non ruota attorno ad un asse come si verifica negli inseguitori solari tradizionali, ed evita in questo modo problemi meccanici e amplificando le possibilità di utilizzo. L’inventore di questa innovativa tecnologia Adolfo Altieri, geologo e presidente di SuperNovaEnergie srl, spiega che questo dispositivo potrebbe essere utilizzato non solo per la generale produzione di acqua calda sanitaria, per il riscaldamento, il raffrescamenti ecc, ma offrirebbe anche l’opportunità di produrre contemporaneamente energia elettrica fotovoltaica e termica. (Fonte Ansa)
h4. Dolce, dolce…biofuel
_In futuro le nostre auto viaggeranno a fruttosio e glucosio, grazie ad una brillante scoperta dei ricercatori del Wisconsin._
03/07/07 – Wisconsin – Alcuni ricercatori dell’Università del Wisconsin, guidati da James Dumesic, sostengono che nel prossimo futuro gli zuccheri semplici alimenteranno un’intera generazione di veicoli innovativi, grazie ad un processo catalitico che converte il fruttosio in dimetilfurano (DMF), biofuel il cui contenuto in energia è circa 40% maggiore dell’etanolo. Secondo Dumesic frutti come mele, arance ecc, evidenti fonti di fruttosio, non sarebbero le principali fonti di energia, ma fornirebbero solo una piccola parte del fruttosio utile a scala industriale. Il glucosio invece, che è presente in percentuale molto maggiore nella biomassa, può essere convertito in fruttosio in modo molto efficiente e costituire in questo modo la principale fonte di biofuel. Il nuovo processo di fermentazione, connubio tra la termochimica tradizionale e gli approcci biologici all’avanguardia, prevede la trasformazione dello zucchero in un composto intermedio, l’idrossimetilfurfurale (HMF), che viene poi trasformato in DMF attraverso un catalizzatore a base di rame e rutenio, che costituisce la vera novità dell’intero processo di produzione messo a punto dai ricercatori. Questo tipo di dispositivo rende il processo di distillazione più semplice e veloce e meno costoso energeticamente, anche se ancora non se ne conoscono a fondo gli effetti ed i costi ambientali. (Fonte Environmental Science and Technology)
h4. Parchi eolici off-shore galleggianti
_Imitando la tecnologia delle piattaforme petrolifere, le turbine eoliche galleggianti vengono installate in mare aperto e sfruttano i venti costieri._
02/07/07 – Norvegia – La compagnia norvegese Norsk Hydro ha collocato al largo del Mare del Nord un parco di turbine eoliche “galleggianti”, che forniranno energia ambientalmente sostenibile. In questo modo le turbine eoliche non occupano grandi superfici di suolo prezioso, non interferiscono con le principali rotte migratorie degli uccelli e sono più popolari poiché lontano dalla vista e dai centri abitati. Alexandra Bech Gjørv, capo della divisione New Energy della Norsk Hydro, ha firmato l’ambizioso progetto delle turbine “galleggianti” utilizzate in questo intervento, le cosiddette Hywind. Il progetto usa un sistema di ancoraggio a tre punti (cavi in acciaio ancorati al fondale), simile a quello utilizzato nelle piattaforme petrolifere. Questo studio vuole unire le ottimali condizioni di vento della costa allo sfruttamento di aree alternative al suolo terrestre dove il territorio è poco accessibile. Un impianto dimostrativo di questo approccio è attualmente basato sulle turbine eoliche da 3 megawatt (MW). Le pale di questi dispositivi sono fatte per essere montate a 80 metri sopra la superficie del mare, con un diametro di rotore di circa 90 metri, per le turbine da 3 MW, mentre il diametro raggiunge i 120 metri per i rotori da 5 MW, dimensioni che sulla terraferma sono molto poco accettabili e gestibili. Lo scopo è riuscire a produrre quattro TWh di energia – consumo energetico di circa 200.000 famiglie medie norvegesi – in parchi eolici relativamente vicini alla costa (200-300 metri) con una profondità del fondale marino di 300-500 metri. (Fonte Inhabitat)
h4. Mai così lontano con l’idrogeno
_L’idrogeno verde prodotto dall’energia delle cascate del Niagara si trasforma in un nuovo record._
03/07/07 – U.S.A. – La General Motors ha da poco stabilito un record difficilmente eguagliabile con la sua nuova Chevrolet Sequel, un Suv a celle combustibili in grado di coprire la distanza di quattrocentocinquanta chilometri con un pieno di idrogeno. Questa nuova vettura è dotata della più lunga autonomia mai raggiunta finora, ed è equipaggiata con un sistema frenante ad impulsi elettrici controllato da una centralina, il Brake by wire, che fino ad ora era rimasto un prototipo. Per quanto riguarda la sostenibilità e l’impatto ambientale del veicolo, è necessario sottolineare che l’idrogeno utilizzato per la Sequel è stato prodotto in una centrale idroelettrica sulle cascate del Niagara, producendo come gas di scarico solamente vapore acqueo. Inoltre il record d’autonomia di chilometraggio raggiunto costituisce un enorme passo avanti per la diffusione su larga scala dei veicoli a celle di combustibile, poiché ovvia alle problematiche di rifornimento del carburante ed apre alla commercializzazione. La General Motors ha già avviato un secondo progetto, si tratta del Project Driveaway, che vedrà l’utilizzo di cento vetture a idrogeno simili alla Sequel nel traffico cittadino di Washinghton, Manhattan e della California. (Fonte Ansa)
h4. Tre in uno
_E’ indiana la prima biposto “trifuel”: energia elettrica, Gpl e benzina i tre carburanti più o meno bio che la alimentano._
02/07/07 – India – La prima automobile ibrida che utilizza tre carburanti è stata presentata la settimana scorsa dagli studenti della Ten Amity School di Ingegneria e Tecnologia in India. Si tratta di un prototipo biposto fornito di batterie che danno un’autonomia di circa 80-90 km ad ogni ricarica, unite ad un motore che può essere alimentato sia a Gpl che a benzina. L’unico limite è la bassa velocità raggiunta dalla vettura, ovvero non più di 50 km orari con le batterie e 45 km orari con il motore alimentato a combustibile. Le prestazioni in quanto ad efficienza e rendimento del carburante utilizzato comunque non deludono, vista l’originalità del modello: il veicolo ha percorso i 400 km delle strade di Delhi consumando un litro di combustibile ogni 35-40 chilometri. Il futuro della commercializzazione della Amity sembra piuttosto roseo, poiché gli ingegneri indiani prevedono che il costo di produzione non sarà affatto alto e la sua tecnologia potrà essere ulteriormente migliorata. (Fonte Ecoblog)