h4. Generatore di…acqua
21/11/07 – Australia – Max Whisson, fisico ed inventore australiano, ha passato gli ultimi otto anni della sua vita a perfezionare quella che gli deve essere sembrata una trovata geniale, e che come tale ha assorbito tutto l’impegno di una persona saggia e attenta alle problematiche ambientali. Alla prima occhiata sembra di trovarsi di fronte ad un giocattolo, ad un aeroplanino segnavento o ad una strana micro-turbina, in realtà si tratta di Max Water (come è stata battezzata dal suo inventore), un dispositivo che è in grado di estrarre acqua direttamente dall’aria, raffreddando quest’ultima ed utilizzando la condensa che si forma su una sorta di “barriera” di turbine solari, ovvero quei tubi circolari che si notano ad una estremità del curioso apparecchio. Così facendo Max Water riesce a recuperare una quantità d’acqua che sarebbe sufficiente a coprire il fabbisogno di tre o quattro famiglie anche in pieno deserto! A dir la verità questa non è la prima invenzione che utilizza l’aria per ricavarne acqua, ma riassume in se stessa, aumentandone le potenzialità e l’efficienza, l’esperienza di tre scoperte precedenti: la Waterex, l’Acqua Sciences e la Air2Water Dolphin. (Fonte Ecotality)
h4. Via il petrolio con funghi e capelli
20/11/07 – San Francisco – Un mix a dir poco raccapricciante, oltre ad essere causa frequente di tubazioni otturate e cattivi odori, si rivela la formula vincente per pulire l’acqua dal contenuto di petrolio: stiamo parlando di capelli e funghi…sorpresi? La scoperta è arrivata, come spesso accade, al seguito di un dramma ecologico, ovvero il rovesciamento di una grande quantità di olio carburante, circa 58.000 galloni, nella Baia di San Francisco causato dal cargo Cosco Busan. L’esperimento, condotto da un coraggioso gruppo di volontari, si basa sulle proprietà dei capelli, donati da Lisa Gautier sotto forma di 1000 zerbini tondi realizzati grazie alla tessitura di miliardi di capelli dei saloni di bellezza di tutta la Baia di San Francisco, che agiscono da “spugna” nei confronti del petrolio assorbendolo e convertendolo in componenti non più tossici. I funghi, donati dall’esperto nazionale in funghi Paul Stamets, entrano in azione in un secondo momento, poiché convertiranno nel giro di dodici settimane il mix di olio e capelli in una poltiglia totalmente innocua. (Fonte Inhabitat)
h4. Zainetto ad accumulo energetico
19/11/07 – USA – Da domani, semplicemente andando a scuola, al lavoro, o per una piacevole passeggiata fuori porta, si potrà produrre energia elettrica: basterà utilizzare lo zaino. Sì, perché ormai la moda dilagante è l’integrazione di dispositivi per la produzione di energia pulita in borse, sacche e zaini ed altri accessori (occhiali da sole, costumi da bagno, etc…), e ben venga, anche se noi ci augureremmo questo impegno e questa febbricitante attività per l’integrazione del fotovoltaico e di qualsiasi fonte rinnovabile in edilizia, settore che ancora deve digerire la novità. Il nuovo “walzer-powered backpach” è dunque uno zainetto le cui chiusure esterne sono fatto con un materiale speciale: non si tratta di celle di silicio come nel fotovoltaico, bensì di un materiale che è in grado di generare energia elettrica dall’energia data dal movimento che si fa mentre si cammina, ovvero dall’elettricità statica che viene così prodotta. Il misterioso materiale è presto svelato: si tratta di polyvinylidene fluoride (PVDF). Questa tecnologia deve essere ancora affinata, ma sembra avere un gran futuro, poiché i risultati dei test a cui è stato sottoposto il dispositivo danno ragione di una altissima efficienza dei componenti. La prima applicazione comunque, purtroppo o per forza, sarà quasi sicuramente in campo militare come equipaggiamento della fanteria. (Fonte Ecogeek)
h4. Celle a combustibile a bassa temperatura
18/11/07 – Massachussets, USA – Nuove celle a combustibile più piccole, a bassa temperatura, migliori in tutto rispetto alle celle a combustibile a SOFC, sono state messe a punto nei laboratori della Sienergy Systems a Quincy, in Massachussets. Un gruppo di lavoro guidato dal Professor Shriram Ramanathan, docente di Scienza dei Materiali alla Harvard University, ha elaborato un metodo di sintesi che produce elettroliti di ossidi solidi di altissima qualità, dello spessore ridotto ad un millesimo rispetto a quelli convenzionali, ovvero 25 nanometri. Grazie a questa specifica caratteristica dell’elettrolita la cella a combustibile riesce ad operare ad una temperatura di 300°C, contro gli 800-1000°C di quelle convenzionali a SOFC. Inutile sottolineare che l’immediata conseguenza della diminuzione della temperatura di esercizio si traduce immediatamente in un drastico abbattimento dei costi ed in una maggiore trasportabilità dei generatori all’interno dei veicoli di trasporto pubblico e privato. (Fonte TechnologyReviewEnergyChannel)