Rinnovabili

Dal 08/06/07 al 14/06/07

h4. La Tailandia investe nella tecnologia nucleare

_Il governo tailandese considera per la prima volta, dopo il tentativo fallito 30 anni fa, il nucleare come nuova fonte di energia, con la previsione di svilupparne la tecnologia entro il 2021_

12/06/2007 – Bangkok – La più grande agenzia produttrice di energia elettrica della Tailandia investirà sei miliardi di dollari per costruire la prima centrale a propulsione nucleare del Paese, le cui operazioni di costruzione avranno inizio nel 2020. L’importanza di questo progetto è dato dalla grandezza della produzione di energia, che si dovrebbe aggirare attorno ai 4.000 Megawatt. Il governatore dell’Autorità per la Produzione di Energia Elettrica della Tailandia (EGAT), Kraisi Kanasuta, ha affermato che questo provvedimento farà lievitare la domanda di energia elettrica in tutto il Paese. La Tailandia produce attualmente il 70% dell’elettricità con il gas metano, del quale un terzo è importato, principalmente dal vicino Myanmar, e il governatore Kraisi si dice altamente preoccupato per la scarsità che nel futuro avrà tale risorsa. Solo lo scorso anno la Tailandia ha speso 26 miliardi di dollari per importare energia. La EGAT sta pianificando di reclutare ingegneri tailandesi per studiare la tecnologia nucleare negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, con Toshiba (giapponese), Westinghouse (azienda americana ora divenuta giapponese), e Areva (francese). Il carburante nucleare per la centrale potrebbe venire dall’Australia, dal Canada o dal Sud Africa. Un grande ostacolo, sostenuto dall’opinione pubblica, è costituito dalla posizione di diversi gruppi ambientalisti, i quali affermano – citando una recente relazione di Greenpeace – che la costruzione di una centrale di questo tipo, essendo troppo costosa, oltre che ambientalmente insostenibile, scivola facilmente fuori budget in maniera irreversibile. Kraisi dell’EGAT non è d’accordo. Egli infatti afferma che “Malgrado gli alti costi totali di investimento, l’utilità della centrale nucleare è più economica di un gruppo elettrogeno alimentato a carbone in termini di costi di produzione per unità.” L’ambientalista tailandese di Greenpeace Tara Buakamsri sostiene, di contro, che il governo dovrebbe investire maggiormente nella promozione delle fonti di energia rinnovabile. “La propulsione nucleare è molto costosa e pericolosa. Il governo parla di una diversificazione delle risorse di energia ma non parla di energie rinnovabili come il bio-carburante e l’energia eolica”, afferma Tara, ulteriormente preoccupata per il futuro dei rifiuti derivanti dalle scorie del processo nucleare. Il tentativo di avvicinamento alla tecnologia nucleare azzardato all’incirca trent’anni fa, fallì in seguito alla scoperta di enormi riserve di gas metano nel Golfo della Tailandia. Ma il Progetto di Sviluppo di questa fonte ultimamente è stato sottovalutato dal governo tailandese, per la difficoltà di reperire il gas naturale, e per la prima volta dopo decenni a considerare il nucleare come nuova fonte di energia. Il ministero dell’energia sostiene che il nucleare aiuterebbe la Tailandia nella riduzione delle emissioni di gas serra che alimentano il cambiamento climatico, e nello stesso tempo il governo tailandese ha firmato il Trattato di Non Proliferazione del nucleare ed il Documento ad esso correlato che controlla i potenziali usi militari di questa tecnologia. (Fonte www.energy-daily.com)

h4. Mattoni performanti e sostenibili

_La nuova frontiera dei prodotti da costruzione è costituita da una nuova tipologia di mattone ricavato dalla cenere del carbone e dai vecchi mattoni d’argilla scartati_

11/06/2007 – U.S.A. – Henry Liu, un’ingegnere civile in pensione, ha vinto il Popular Science Invention Award 2007 avendo prodotto una valida alternativa per la sostituzione di più di 9 miliardi di mattoni di argilla fabbricati ogni anno negli Stati Uniti. Ricavati dalla cenere ottenuta come sottoprodotto di combustione del carbone, o CCPs, questi nuovi mattoni sono resistenti e sicuri al pari dei mattoni che siamo abituati a vedere e ad utilizzare, il loro costo di produzione è il 20% inferiore di quelli tradizionali, e ovviamente sono ambientalmente sostenibili. Il processo utilizzato per produrli è scomposto in due fasi. La prima è definita “Vecchio e Rotto”: i mattoni di argilla vecchi e non più utilizzabili sono inseriti in una fornace a temperature che superano i 2000°F (1100°C). La seconda fase è detta “L’Ardore Nuovo”: il nuovo materiale di costruzione di Liu viene immerso in un bagno di vapore a 150°F (66°C), dal quale escono infine i mattoni. Questi nuovi mattoni sono più facili da usare e da assemblare e faranno risparmiare tempo ai muratori, oltre a molto denaro ai costruttori, poiché sono prestampati e preformati per il montaggio. Questo prodotto all’avanguardia nel campo delle costruzioni, ha recentemente passato con successo le prove e risponde alle norme di sicurezza federali degli Stati Uniti. L’Ingegner Liu è perciò autorizzato ad applicare la sua tecnologia nella filiera di fabbricazione a partire dal 2008. (Fonte www.ecogeek.org)

h4. Automobili “solari”

_La semplice integrazione di moduli fotovoltaici flessibili sui tetti delle nostre auto ci farebbe risparmiare dal 17 al 29% di carburante_

09/06/2007 – California – E’ già pronto sui tavoli della Solar Electric Vehicles (SEV), azienda californiana, il kit di pannelli solari da integrare sul tetto dell’auto ibrida Toyota Prius. Con questo sistema, che in un prossimo futuro potrebbe essere predisposto in fase di progettazione su qualsiasi tipo di autoveicolo, si producono circa 215W con un risparmio medio di carburante dal 17% al 29%. Le celle fotovoltaiche che compongono il sistema sono composte di silicio monocristallino, collegate in moduli da 200-300 Watt. L’energia della radiazione solare viene accumulata in una batteria da 3 kW, che garantisce un’autonomia di 32 km al giorno (è già in corso di sperimentazione una batteria ad alta capacità che prolungherà l’autonomia di ulteriori 16 km). Il costo iniziale d’installazione del dispositivo varia tra i 2.000 e i 4.000 dollari, investimento che, è stato stimato, si recupera in un massimo di tre anni. (Fonte The Raw Feed)

h4. La Virgin “lancia” il primo treno a biodiesel

_Continua la sfida della nuova generazione dei biodiesel. Ora è il turno dei locomotori Virgin, che sfidano i tradizionali carburanti nell’interrail britannico Londra-Llandudno_

08/06/2007 – Londra – Il Virgin Voyager, il primo treno alimentato a biodiesel, ha lasciato la stazione di Euston di Londra per Llandudno sulla costa del Galles del nord. Il treno è stato modificato per utilizzare un carburante che è costituito per il 20% da bio-diesel ambientalmente sostenibile, derivato dalla soia e dall’olio di palma, che produce meno emissioni di anidride carbonica del diesel tradizionale. Le speranze della Virgin consistono nel convertire i motori della sua intera flotta di locomotori affinché possano bruciare bio-diesel. Il treno Virgin viaggerà attraverso la Gran Bretagna per un periodo di prova di sei mesi. Il presidente, il Signor Richard Branson crede che questo progetto potrebbe tagliare le emissioni di anidride carbonica del 14%. Il Cancelliere del Ministero del Tesoro, Brown, si è così pronunciato al riguardo: “Voglio che la Gran Bretagna sia leader mondiale nello sviluppo e nell’uso di carburanti ambientalmente sostenibili, poichè credo che giocheranno un ruolo fondamentale negli sforzi comuni per ridurre il cambiamento climatico e le emissioni di gas nocivi.” Se questo progetto ambizioso dovesse funzionare come previsto, le altre società di treni potrebbero seriamente considerare l’utilizzo del bio-diesel. Brown ha inoltre annunciato che nell’ultimo piano finanziario la tassa sul tipo di carburanti usati nei Treni Virgin sarà definitivamente ridotta da 80 centesimi di euro a 11 centesimo di euro, con ulteriori speranze per i futuri investimenti. (Fonte France-Presse)

h4. Biocarburante a base di microbi

_Lo scienziato americano Craig Venter, che ha codificato il genoma umano nel 2000, ha creato il primo microbo “fai-da-te” al mondo, un microbo sintetico che potrebbe portare ad una durata pressoché infinita della provvista e della durata di biofuel_

08/06/2007 – USA – Questa ricerca fa parte dello sforzo di creare microbi da laboratorio per produrre idrogeno e biofuels, e per assorbire l’anidride carbonica e gli altri gas serra dannosi. IL DNA contiene le istruzioni per creare proteine che costituiscono un organismo. Il J. Craig Venter Institute di Rockville, in Maryland, si sta impegnando per rilasciare i brevetti mondiali a ciò che fa riferimento al “Mycoplasma laboratorium”, basato su esperimenti di “assemblaggio” del DNA fatto da alcuni scienziati. Per creare un organismo sintetico, la squadra di Craig Venter studia i frammenti di DNA, conosciuti come oligonucleotidi, composti da oltre 100 “lettere”. Per creare un insetto primitivo, la squadra di Venter “cuce insieme” blocchi di 50 lettere, che vengono fatti crescere nell’insetto. Poi uniscono questi piccoli blocchi ad un gruppo più grande fino a renderli della grandezza tale da poter essere inseriti nel genoma della nuova forma di vita. Il DNA sintetico sarà applicato a batteri in provetta, che metabolizzeranno e si moltiplicheranno. In teoria, aggiungendo al batterio il DNA sintetico, il batterio potrebbe essere modificato per produrre plastiche o carburanti. L’istituto di Venter sostiene che questo tipo di microbo potrebbe essere la chiave della produzione di energia più economica. La ricerca, sovvenzionata in parte dal Ministero per l’energia americano, prevede che l’organismo riesca a rendere possibile la produzione di idrogeno e etanolo per i carburanti industriali. Una ricerca molto simile è stata parallelamente condotta dalla società di biofuels LS9 di San Carlos, California, che usa la “biologia sintetica” per progettare batteri che producono idrocarburi per benzina, diesel, ecc. Il biofuel di LS9 Renewable Petroleum sarà pulito, con la potenzialità di provvedere a una grande porzione della domanda di energia a lungo termine. Questi nuovi carburanti, derivati da un diverso feedstock agricolo, saranno compatibili con le infrastrutture di produzione e distribuzione già esistenti. Il processo di produzione è anche molto più semplice della produzione convenzionale di etanolo, e richiede il 65% in meno di energia. Il direttore generale di LS9, Noubar Afeyan, sostiene che molto presto i biofuel sostituiranno per intero i carburanti fossili e prevede che, se la ricerca e gli investimenti proseguiranno di questo passo, questo tipo di biocarburanti potrebbero essere diffusi e disponibili dal 2011. (Fonte Technology Review)

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