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Dal 06/07/07 al 12/07/07

h4. Lexus LS 600 H: lusso e salvaguardia ambientale

_Cresce la gamma di vetture ibride del gruppo Toyota, equipaggiate col rivoluzionario sistema Lexus Hybrid Drive._

13/07/07 – Berlino – Volete guidare un macchinone lussuoso e non sentirvi in colpa verso l’ambiente? Da Lexus, marchio inventato da Toyota per il mercato statunitense, arriva il modello LS600h, attualmente l’unica ammiraglia presente sul mercato equipaggiata con motore ibrido. Il sistema Lexus Hybrid Drive funziona in due differenti modalità: in condizioni di bassa efficienza del motore benzina, ad esempio in partenza e alle velocità medie e basse, la vettura funziona soltanto con il motore elettrico, azzerando sia il rumore del motore benzina sia le emissioni di CO2. Nelle normali condizioni di guida, invece, l’ultraefficiente motore V8 funziona come principale fonte di energia. La potenza del motore a benzina viene divisa dal dispositivo di ripartizione, sia per azionare direttamente le ruote sia per alimentare il generatore che, a sua volta, alimenta il motore elettrico e contemporaneamente carica la batteria ad alta tensione. Quando interviene un’improvvisa accelerazione, il motore benzina e il motore elettrico operano in tandem, con un surplus di potenza garantito dalla batteria per aumentare la risposta del motore elettrico. La grossa novità si ha in fase di decelerazione: in frenata il motore a benzina si spegne, mentre il motore elettrico ad alta potenza agisce come un generatore per effettuare la rigenerazione dell’energia di frenata, che viene così accumulata nelle batterie e riutilizzata quando il motore a benzina è sottoposto a maggiore sforzo. L’auto presenta inoltre piacevoli “finezze” nella strumentazione di bordo: sul visore digitale compaiono i flussi di energia utilizzata e riciclata, ripetuti con maggiore dettaglio sul visore annegato nella consolle centrale, che mostra anche un grafico di quanto si è stati autisti ecologically correct, indicando quanta energia si è riusciti a riciclare. (Fonte Motorsport)

h4. Biofuel a nanosfere

_Un nuovo catalizzatore del metanolo di grassi animali e vegetali potrebbe rivoluzionare la produzione di biocarburanti._

11/07/07 – Iowa – Victor Lin, inventore e scienziato, ha ideato un modo per rendere la produzione di biodiesel più economica, più veloce e meno tossica, dunque ambientalmente più sostenibile. Attraverso un catalizzatore che reagisce con il metanolo prodotto dai grassi vegetali e animali producendo biodiesel, le sue nanosfere, e le componenti chimiche che riempiono i canali che si costituiscono tra le particelle, produrrebbero un carburante ed un sottoprodotto di glicerina più puliti. Le nanosfere possono essere utilizzate, nelle piante che oggi vengono sfruttate per produrre biodiesel, senza modificare le apparecchiature per la loro raffinazione. La tecnologia utilizzata sostituisce il metossido di sodio (un catalizzatore molto pericoloso per l’uomo perché tossico, corrosivo ed infiammabile) nella produzione di biodiesel, eliminando diversi passaggi della produzione, inclusa la neutralizzazione acida. “Questa tecnologia potrebbe cambiare il modo di produrre il biodiesel,” afferma Victor Lin, professore di chimica dell’Università di Stato dell’Iowa e direttore del programma del Laboratorio Ames per il Ministero dell’Energia degli Stati Uniti. Lin sta lavorando con la Mohr Davidow Ventures, una società con proprio capitale, situata nel Parco di Menlo, in California, con la Fondazione di Ricerca Universitaria dello Stato dell’Iowa e tre membri della sua squadra di ricerca, al fine di costituire una società, la Catilin Inc. diretta da Larry Lenhart, in grado di produrre, sviluppare e lanciare sul mercato la tecnologia del biodiesel basato sulla tecnologia delle nanosfere. Lo scopo della società sarà produrre abbastanza catalizzatori di nanosfere tali da aumentare la produzione di biodiesel da una scala di laboratorio a una scala di progetto-pilota di 300 galloni al giorno. La tecnologia, assolutamente all’avanguardia nel settore, è stata sviluppata col sostegno e le sovvenzioni di diversi Ministeri per lo sviluppo delle ricerche scientifiche per l’agricoltura e l’energia degli Stati Uniti. Questo è l’ennesimo esempio dell’importanza della ricerca nel campo scientifico-tecnologico, in un tempo in cui ogni sforzo dovrebbe essere finalizzato a salvaguardare le risorse del Pianeta. (Fonte Energy Daily)

h4. Sut sostenibile: 70 km con un dollaro

_Grazie alla collaborazione tra l’Altair Nanotechnologies e la Phoenix Motorcars, ha visto la luce il Sut elettrico altamente sostenibile._

10/07/07 – California – Sono nuovamente le nanotecnologie a prendere il sopravvento sul futuro della sostenibilità. Questa volta a centrare il bersaglio è l’Altair Nanotechnologies che, in cordata con la Phoenix Motorcars, ha elaborato un modello altamente sostenibile di veicolo di trasporto privato. Si tratta di un SUT (Sport Utility Truck) elettrico, con un’autonomia di 160 chilometri, per una velocità massima di 95 miglia all’ora. E’una vera e propria rivoluzione per i quattroruote pesanti e per i fuoristrada in genere. Il ruolo principe è giocato dalla batteria di Altair, la NanoSafe, poiché, grazie alle nanotecnologie, l’anodo della batteria non è un anodo in grafite come nelle normali batterie agli ioni di litio, ma è in nano-titaniato, materiale progettato dai tecnologi del l’Altair di Reno (Nevada). Grazie all’introduzione di questo innovativo componente, che elimina la grafite dalla batteria, vengono praticamente annullati i problemi di surriscaldamento ed esplosione del dispositivo, si allunga il ciclo di vita della batteria a venticinque anni, poiché viene eliminato l’effetto “memoria”, mantenendo in parallelo una densità di carica quattro volte superiore alle batterie agli ioni di litio e una pari potenza di rilascio energetico in qualunque condizione ambientale. La batteria NanoSafe potrà essere ricaricata nelle stazioni di servizio in soli dieci minuti, o nella spina di casa in cinque ore. Per ora l’unico aspetto negativo di questo veicolo avveniristico sta nel prezzo: fino a 45.000 dollari, anche se, con gli interventi di manutenzione ridotti praticamente a zero, una vita utile della batteria di circa vent’anni e il notevole risparmio di carburante, il costo, seppur molto alto, dovrebbe rientrare in pochi anni. L’Altair ha già in previsione di lanciare sul mercato una versione ancora più efficiente e potente del SUT, che avrà un’autonomia fino a 200 miglia. Si intuisce che l’impiego delle nanotecnologie per i motori elettrici sia appena cominciato e che avrà un enorme successo dato dalla maggiore sostenibilità ambientale grazie al ridotto utilizzo di fonti fossili di energia. (Fonte IlSole24ore)

h4. La Brammo Motorsports lancia la sua moto 100% elettrica

_La sfida tra i veicoli a motore elettrico continua con la Enertia, che abbassa del 92% lo standard americano di emissioni di CO2._

09/07/07 – Oregon – La nuova frontiera dei motocicli elettrici arriva con la moto Enertia della Brammo Motorsports, azienda americana dell’Oregon, equipaggiata con sei batterie al fosfato di litio che con una carica di tre ore danno un’autonomia di 72,5 km. Enertia, che sarà messa in vendita a partire dal 2008 a € 8.800, raggiunge una velocità massima di 80 km orari ed è stata concepita per essere una moto elettrica al 100%. La Brammo ha fatto un calcolo globale dell’efficienza “dal pozzo alla ruota” del suo nuovo veicolo, e può affermare che la Enertia è la più efficiente e rispettosa dell’ambiente, pur continuando ad utilizzare fonti fossili per la produzione di energia elettrica utilizzata per caricare le batterie. Facendo infatti un confronto tra i veicoli elettrici ad oggi lanciati sul mercato, mentre la Toyota Prius percorre 0,56 km per MJ di energia impiegato emettendo 130,2 g/km di Co2, la Tesla Roadster copre 1,4 km emettendo 46,1 g/km di Co2 e la Enertia addirittura 2,42 km con emissione di Co2 pari a 21,8 g/km. Anche se la Enertia non può essere paragonata, per potenza e velocità, alle super-inquinanti motociclette che ora circolano a milioni sulle nostre strade, è opportuno sottolineare che le eccellenti prestazioni, in quanto a efficienza, sostenibilità e rendimento (con notevole risparmio economico per il carburante), aiuteranno nel futuro ad innalzare sempre più il livello di sensibilità ambientale anche tra i più appassionati delle due ruote.(Fonte Treehugger)

h4. B-787: l’aereo in plastica e carbonio

_Il Boeing “Dreamliner” farà risparmiare il 20% dei consumi di carburante grazie alla leggerezza del suo scheletro in fibra di carbonio._

08/07/07 – Seattle – La rivoluzionaria sfida della Boeing è stata vinta dal Dreamliner 787: il velivolo, un bireattore di medie dimensioni, con una capienza di trecento posti-passeggero e autonomia di 15.000 chilometri, è costruito per il 50% (fusoliera e ali) con fibra di carbonio anziché in alluminio, divenendo tanto leggero da far risparmiare il 20% di carburante, grazie anche all’eliminazione di 1.500 pannelli di alluminio e cinquantamila bulloni. Al progetto di questo aereo a impatto ambientale ridotto, presentato nello stabilimento americano di Everett, a Seattle, partecipa anche Alenia Aeronautica di Finmeccanica, nella misura del 26%, azienda diretta da Antonio Perfetti con stabilimento a Grottaglie, Puglia, che produce fusoliere in carbonio. Il Dreamliner rappresenta una sfida innovativa nell’ambito della tecnologia aeronautica: “E’ un sogno che diventa realtà”, sostiene James McNerney, numero uno della Boeing, poiché il progetto, nato da un globale gioco di squadra durato tredici anni, è incentrato sull’innovazione tecnologica costante nella ricerca e applicazione di nuovi materiali ad alte prestazioni. Il gruppo statunitense si prepara, dopo la messa a punto con test di volo, a coprire i settecento ordini già raccolti da parte di quarantasette clienti, e all’entrata in servizio per maggio 2008, e con la previsione di costruire duemila mezzi nell’arco dei prossimi vent’anni. Il B-787 farà parte della flotta della All Nippon Airways (Ana) di Mineo Yamamoto. (Fonte La Stampa)

h4. La vecchia “ciabatta” si trasforma e risparmia energia

_Un dispositivo, simile ad un carica batterie modulare in serie, promette di far risparmiare il 10% dell’energia elettrica utilizzata._

08/07/07 – Parigi – L’Energy Saving Adapter, questo il nome del curioso sistema di carica ancora in forma di prototipo ideato da Gilles Belley, promette di tagliare i consumi di energia elettrica del 10%. L’oggetto di design, molto simile, nel suo stile “bianco” puro e lineare, alla tecnologia Apple, si propone di monitorare i consumi e l’utilizzo di energia elettrica degli apparecchi collegati alla rete elettrica, calibrando i consumi e avvisando della condizione di standby delle apparecchiature. Il dispositivo controlla le quantità di energia necessarie all’utilizzo degli apparecchi ad esso collegati e, se ritiene che si stia sprecando energia, è stato progettato in modo tale da staccare automaticamente l’oggetto collegato che sia in una condizione di standby da più di tre minuti, evitando inutili sprechi. Questo sistema intelligente di attingere alle risorse di energia, può essere fissato sul bordo della scrivania e/o del tavolo di lavoro, permettendo il facile accesso all’alimentazione per qualsiasi tipo di dispositivo vi sia necessità, poiché la presa elettrica di connessione è unica. A seconda della potenza necessaria e del numero di dispositivi elettronici che devono essere utilizzati dall’utente, possono essere messi in serie più moduli, uno accostato all’altro, che amplificano la potenza erogata e allo stesso tempo la controllano. Attraverso l’introduzione sul mercato di questo tipo di dispositivi si può costruire una maggiore consapevolezza dell’effettiva necessità di energia evitando un utilizzo indiscriminato delle risorse. (Fonte EcoGeek)

h4. “Grappoli” di sfere fluttuanti catturano energia

_Dal deserto alla città una nuova modalità di catturare l’energia dalla radiazione solare e trasformarla in elettricità: palloni d’elio nei cieli di Haifa_

07/07/07 – Israele – Gli scienziati e i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Aeronautica dell’Istituto Technion di Tecnologia di Haifa, in Israele, hanno ideato e collaudato un dispositivo composto da grappoli di sfere di diverse forme e dimensioni riempite con elio per poter fluttuare ad una modesta altezza nei centri abitati e lungo le coste e ricoperti da celle solari fotovoltaiche. Il Dr. Pini Gurfil, che dirige questo progetto, sostiene che la produzione di energia, avendo bisogno di grandi estensioni di territorio – 400 dune del deserto per raggiungere una produzione che soddisfi il fabbisogno mondiale – deve cercare modalità alternative per essere prodotta in modo sostenibile, e questa idea ne è un brillante esempio. Nel dispositivo, composto da un grappolo di sfere fluttuanti fotovoltaiche, un cavo unico non solo fornisce elio ai palloni, ma trasmette l’energia accumulata dalle celle al suolo per essere stoccata, consumata o scambiata con la rete. Secondo gli studi dei ricercatori ogni abitazione avrebbe bisogno di due palloni fotovoltaici. Una possibile applicazione nel prossimo futuro potrebbe senza dubbio essere quella di equipaggiare le navi e fornire energia elettrica alle case costruite in zone isolate. (Fonte The Jerusalem Post)

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