Oggi, in occasione della cerimonia di chiusura dell'anno accademico, il G8+5 Academies' Joint Statement viene presentato ufficialmente al Governo italiano
(Rinnovabili.it) – Si è aperto stamane alla Farnesina il “G8 Development Ministers’ Meeting, Global Governance for Global Solidarity”, la due giorni centrata sull’impatto della crisi economica sui Paesi in via di sviluppo e sull’approccio intersettoriale alla crescita sostenibile. Presenti alle sessioni di lavoro, oltre alle cinque economie emergenti – Brasile, Cina, India, Messico, e Sudafrica – anche l’Egitto, l’Unione Africana (con la Libia, che detiene la Presidenza di turno e la Commissione dell’Unione Africana) e il NEPAD (New Partnership for Africa’s Development). In primo piano proprio l’Africa anche attraverso il tema della lotta ai cambiamenti climatici con particolare riguardo alla salvaguardia delle foreste e della biodiversità del Bacino del Congo, il secondo polmone verde dopo l’Amazzonia. E rimane in tema di clima e ambiente il documento consegnato oggi dall’Accademia dei Lincei al ministero degli Esteri e agli altri governi presenti, in vista del G8, quale espressione della comunità scientifica internazionale su questi scottanti temi. Il “Climate change and the transformation of energy technologies for a low carbon future”:https://www.lincei.it/files/dichiarazioni/G8+5_Academies_%20joint_statement_energy_climate.pdf è stato redatto durante l’annuale riunione delle accademie scientifiche dei Paesi appartenenti al G8, tenutasi a Roma lo scorso 26-27 marzo. Al suo interno il punto di vista della comunità scientifica che con una sola voce spiega perché la Ricerca può giocare un ruolo importante nella riduzione del consumo di combustibili fossili, dimostrandosi a tutti gli effetti un investimento produttivo. Le indicazioni contenute all’interno sono quelle di ridurre in primis l’uso dei combustibili fossili, puntare su fonti di energia rinnovabile e al nucleare, ma solo con la garanzia di impianti sicuri. Il joint statement invita, infine, i governi del G8 ad una maggiore apertura verso i Paesi in via di sviluppo proprio in considerazione della riduzione delle emissioni di CO2 atmosferica.