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Dai binari di Treno Verde l’allarme inquinamento

Il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato rientra alla base dopo un mese di viaggio, portando con sé i dati poco rassicuranti su qualità dell’aria e i livelli di rumore delle sette tappe raggiunte: Napoli stazione di partenza, Taranto, Pescara, Verona, Alessandria, La Spezia e Firenze, città d’arrivo. In materia di inquinamento atmosferico l’Unione Europea a fine gennaio ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il superamento negli anni passati dei limiti di concentrazione previsti per le polveri sottili, in alcune aree del Paese, e di interventi in tal senso; eppure le rilevazioni del convoglio ambientalista, condotte anche grazie al Laboratorio mobile dell’Istituto sperimentale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) mostrano un quadro ancora preoccupante. Resta infatti alto l’allarme smog nelle sette città monitorate, con Alessandria detentrice del primato negativo a causa di concentrazioni di polveri sottili con picchi di 173 mg/m3 e 121 mg/m3 su un limite massimo consentito di 50mg/m3. “Il problema dell’inquinamento atmosferico in molte città rimane costante ormai da anni – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – e purtroppo anche i dati raccolti quest’anno dal viaggio del Treno Verde dimostrano quanto sia inefficace affrontare il problema sempre e solo con interventi spot. Ormai tutti concordano sul fatto che l’imputato numero uno dello smog in città sia il traffico veicolare privato e per questo è necessario ridurlo attraverso l’ampliamento delle ztl, la protezione delle corsie preferenziali, piste ciclabili protette, car sharing, car pooling, intermodalità, parcheggi di scambi e potenziamento dei mezzi pubblici a basso impatto ambientale. Per risolvere il problema nel lungo periodo – ha aggiunto Cogliati Dezza – occorre un impegno più deciso del governo e delle amministrazioni locali nell’invertire i termini dell’attuale sistema di mobilità, investendo nel trasporto pubblico nelle città e nel potenziamento del trasporto su ferro lungo il Paese”.

*Alessandria:* 52 giorni di superamenti di PM10 per la città piemontese rispetto ai 35 annui consentiti e male anche il quadro relativo all’inquinamento acustico. Nei tre giorni di monitoraggio i valori superano il limite consentito sia di giorno che di notte.

*Napoli:* Allarmanti i valori del PM10 oltre i limiti di legge durante tutti e tre i giorni di monitoraggio. Benzene sempre fuorilegge e decibel sempre oltre i limiti.

*Firenze*: PM10 entro i limiti di legge, fatta eccezione per il monitoraggio del 27 marzo ma le condizioni atmosferiche, e in particolare la pioggia battente degli ultimi giorni hanno facilitato la dispersione degli inquinanti. E resta alto l’allarme polveri sottili nel capoluogo toscano che al 30 marzo fa già registrare 41 superamenti giornalieri rispetto ai 35 annui consentiti. Male anche l’inquinamento acustico: decibel sempre oltre la norma sia di giorno che di notte.

*Taranto:* La concentrazione delle polveri sottili è risultata costantemente oltre la norma, in un caso superando addirittura il doppio del limite giornaliero consentito dalla legge di 50 μg/m3, con picchi rilevati anche nelle ore notturne.

*Pescara:* Già 26 giorni di superamenti di PM10 per il capoluogo abruzzese rispetto ai 35 annui consentiti. Elevata rumorosità sia di giorno che di notte e mancanza di un piano di zonizzazione.

*Verona:* proprio nei giorni di sosta del Treno Verde, la città ha superato il limite di PM10 consentito dei 35 giorni; inoltre polveri sottili oltre la norma due giorni su tre. Male anche l’inquinamento acustico con decibel sempre oltre i limiti di legge.

*La Spezia:* Rischio PM10 in alcuni punti critici della città, ma complessivamente sotto controllo così come gli altri inquinanti monitorati. Molto grave invece il quadro relativo all’inquinamento acustico.

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