(Rinnovabili.it) – L’ultima novità di rilievo nel campo della processazione della biomassa in carburante giunge direttamente dal Maryland, più precisamente dalle ricerche di Xylofuel, una start-up fondata due anni fa da Rick Kohn professore alla University of Maryland. Niente reazioni chimiche ad alta temperatura o enzimi selettivi per l’impresa. Gli scienziati della compagnia statunitense, attiva nel campo della microbiologia, sono stati infatti in grado di individuare dei microrganismi capaci di convertire alcuni gas prodotti dai ruminanti in alcoli e idrocarburi molto simili alle principali componenti della benzina.
All’interno del rumine, il primo stomaco del bovino, la fibra vegetale viene trasformata in acidi organici e gas come il biossido di carbonio e idrogeno, convertire dai batteri gastrointestinali in metano e altri prodotti.
Sapendo che la mucca produce migliaia di litri di questi gas tutti i giorni, gli scienziati hanno indagato la possibilità di ottenere tramite fermentazione microbica alcoli o idrocarburi da CO2 e idrogeno. La ricerca ha innanzitutto ottimizzato le condizioni della decomposizione scoprendo quali colture si prestano a rilasciare a breve catene di idrocarburi come il propano o il butano, o addirittura un esano o alcol come etanolo e 1-butanolo. Una volta che le condizioni sono state identificate sono stati isolati i batteri responsabili. La ricerca ricorda da vicino gli studi del “Joint Genome Institute statunitense”:https://www.rinnovabili.it/nello-stomaco-dei-bovini-il-segreto-per-un-biofuel-migliore-403686: anche in questo caso infatti sono stati i batteri presenti nel rumine della mucca elemento sotto esame per ottimizzare la produzione dei biocarburanti.