Rinnovabili

‘Cure proteiche’ per celle solari autopulenti

Grattacieli autopulenti, finestrine di auto e celle fotovoltaiche capaci di respingere acqua e sporcizia, ma anche batterie ricaricabili ad alta potenza per i veicoli elettrici. Tutto questo all’Università di Tel Aviv ha un nome: nanotecnologia. Il Prof. Ehud Gazit del dipartimento universitario di microbiologia molecolare e biotecnologie, insieme al suo team, ha in questi giorni annunciato una nuova scoperta dalle dimensioni nanoscopiche che potrebbe rivoluzionare i campi applicativi sopra citati.
Frutto di un lavoro durato sei anni gli scienziati sono riusciti ad ottenere una struttura di nanotubi peptidici auto in grado di auto assemblarsi simile se osservati al microscopio ad un fitto manto erboso; grazie alle caratteristiche idrofobiche della breve catena aminoacidica che li compone, i nanotubi sono in grado di respingere l’acqua e le particelle di polvere e non rappresentano un problema a livello produttivo in quanto facilmente sintetizzabili per la produzione di massa. “L’auto-assemblaggio è effettuato a temperature elevate e sotto vuoto. Il peptide è semplice come quello dell’aspartame, il dolcificante artificiale”, ha spiegato Alder Abramovich, del team di ricerca. “Abbiamo pensato ad alcune applicazioni quando abbiamo iniziato, ma i risultati sono stati così impressionanti che ne abbiamo aggiunto altre”.
La scoperta si presta sia ad essere un passo avanti nel miglioramento dell’efficienza fotovoltaica, assicurando che la radiazione solare filtri all’interno delle celle senza ostruzioni e sfruttando l’azione della pioggia per allontanare la sporcizia, sia un buon traguardo nel campo dei super condensatori perché ne aumenterebbe la densità con la possibilità di rilasciare la loro energia a velocità molto elevate.

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