A causa delle conseguenze del cambiamento climatico sale rapidamento il livello delle acque. Prevedendo le conseguenze si potrebbero limitare i danni agli ecosistemi e alle popolazioni costiere
Il livello del mare continua a salire, ma mai così velocemente da 2.000 anni. A rivelarlo è una ricerca finanziata dal National Science Foundation (NSF) e portata avanti da Andrew Kemp (Università di Yale), e Benjamin Horton (University of Pennsylvania), insieme ai colleghi di altre istituzioni scientifiche degli Stati Uniti, Finlandia e Germania.
“Avere un quadro dettagliato dei tassi di variazione del livello del mare negli ultimi due millenni fornisce un contesto importante per comprendere i cambiamenti attuali e futuri”, ha detto Paul Cutler, direttore del programma nella divisione NSF di Scienze della Terra. “E’ particolarmente utile per anticipare l’evoluzione dei sistemi costieri, in cui vive più della metà della popolazione mondiale”, ha detto Kemp aggiungendo “Gli scenari della crescita futura dipendono dalla comprensione della risposta del livello del mare al cambiamento climatico”.
Dalle analisi condotte sui microfossili foraminiferi conservati nei sedimenti prelevati da paludi costiere del North Carolina, gli scienziati hanno scoperto che il livello delle acque è rimasto pressocchè stabile dal 200 a.C. al 1000 d.C., per poi aumentare nel corso dell’undicesimo secolo di mezzo millimetro ogni anno per circa 400 anni. A seguito è stato rilevato un periodo freddo in cui i livelli sono rimasti stabili denominato “piccola età glaciale” durato fino alla fine del XIX secolo a cui ha fatto seguito un innalzamento annuo di 2 millimetri, il maggiore mai registrato in 2.100 anni.
“L’aumento del livello del mare è una conseguenza potenzialmente catastrofica del cambiamento climatico legato all’aumento delle temperature che determinano lo scioglimento dei ghiacci e il riscaldamento delle acque oceaniche”, ha detto Horton.