Il parere del segretrario nazionale della Fiom-Cgil, Cremaschi, sulla caso lva-Taranto e sui tavoli che si tengno tra le parti in causa per arrivare ad una soluzione. Prossimo appuntamento, lunedì 23 febbraio
‘La posizione assunta dalla Fiom è rigorosamente a sostegno della tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini e per l’applicazione delle leggi nazionali e regionali”.
E’ quanto dichiara il segretario nazionale Fiom-Cgil, a proposito degli incontri in corso in questi giorni al ministero dell’ambiente. Si discute sulle emissioni di diossina dell’Ilva di Taranto. E non solo del limite di emissioni (oggi a 7 nanogrammi per metrocubo), ma anche sui tempi di adeguamento dell’impianto industriale ai limiti previsti dalla legge. L’ormai “famosa” legge regionale prevede infatti un primo adeguamento della percentuale di diossina (a 2,5 nanogrammi per metro cubo) al 31 marzo e un secondo taglio (a 0,4 nanogrammi per metro cubo) per il 31 dicembre 2009.
”La Fiom – continua Cremaschi – ha sempre considerato possibile e necessario un programma di investimenti che salvaguardi l’occupazione e il futuro dello stabilimento Ilva di Taranto, garantendo la tutela della salute. I livelli di profitto realizzati dall’Ilva, negli anni passati, garantiscono le condizioni di realizzabilità di tali investimenti. Il governo, a sua volta, può intervenire con misure di sostegno”. Prossimo appuntamento con tutte le forze coinvolte nel caso Ilva-Taranto è a Milano il 23 febbraio.
”La Fiom tornerà a rivendicare precisi programmi – promette Cremaschi – sia per la tutela della salute che per la tutela dell’occupazione”.