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Creare un ecosistema per ottenere biodiesel e biogas

(Rinnovabili.it) – Acqua salata, alghe, gamberetti e pesci Tilapia. Non si tratta di una ricetta giapponese ma del sistema progettato da un team di ingegneri dell’Università del Missouri per produrre biodiesel.
Per alghe ovviamente si intendono i cianobatteri, gli organismi ribattezzati anche come microalghe con cui il settore energetico sta aprendo la strada alla terza generazione di biocarburanti.
“Le alghe – spiega David Brune, professore di ingegneria e bio-processazione presso l’Università – hanno dimostrato di produrre 100 volte più di combustibile rispetto all’olio di soia, ma sono difficili da estrarre e convertire in carburante utilizzabile”. Per questo Brune e colleghi hanno realizzato un modello di coltivazione della biomassa dei cianobatteri da integrare ad una centrale elettrica a gas naturale da 50 megawatt nel sud della California. Nella progettazione dei ricercatori, le alghe alimentate a fanghi di depurazione sono coltivate in grandi canali mentre delle pale idrauliche hanno il compito di accelerarne la riproduzione spostando l’acqua. Ai gamberetti il compito di mangiare le alghe convertendole in proteine di alta qualità e olio ed ai tilapia, invece, quello di inibirne la sovrapproduzione e ridurre lo zooplancton.
Successivamente i gamberetti sono raccolti e processati per separare i nutrienti proteici dall’olio, mentre i loro rifiuti sono fermentati in un digestore anaerobico in maniera tale da ottenere biogas che potrebbe sostituire il 26 per cento del gas naturale utilizzato dalla centrale. Un altro vantaggio del sistema è che l’anidride carbonica prodotta dall’impianto può essere indirizzata alle vasche contenenti le alghe.

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