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Copenhagen: da africani stop alle trattative, poi tornano a discutere

(Rinnovabili.it) – Momenti di tensione a Copenhagen. Infatti oggi lo scontro è arrivato a livelli tali che in tarda mattinata i Paesi africani, imitati dagli altri Paesi in via di sviluppo del G77, hanno abbandonato in massa il tavolo delle trattative nei diversi gruppi di lavoro. Dopo una frenetica, ma fortunatamente breve, fase di trattative, hanno accettato di tornare a negoziare, solamente dopo aver avuto l’assicurazione che verrà riservato un maggior peso, nei nuovi impegni, allo spirito del Protocollo di Kyoto.
I paesi africani, per voce di Kamel Djemouai, capo della delegazione dell’Algeria, avevano criticato duramente l’andamento delle trattative, protestando perché: “I paesi ricchi stanno cercando di uccidere Kyoto. Stanno cercando di far precipitare tutto”.
I colloqui sono saltati sulla deforestazione, un tema che invece sembrava riscuotere una certo consenso.
Le trattative sono state prese in mano dalla presidente della conferenza Connie Hedegaard. “Ci auguriamo – nel frattempo ha spiegato Yvo de Boer, capo negoziatore Onu – che questa situazione consenta di focalizzare rapidamente i punti cruciali, in modo da far ripartire il negoziato con una nuova spinta”.
Per ora la situazione si è normalizzata, ma procede su un filo sottile. Da una parte paesi che non hanno firmato il Protocollo di Kyoto (vedi gli Usa che tra l’altro non hanno ancora una propria normativa si clima-energia) e dall’altra il G77 che vuole prolungare quell’accordo e così i colloqui sono sempre ad un passo dalla rottura.
Domani era prevista la presentazione di una bozza sia pur provvisoria del documento finale, anche in vista dell’arrivo, il giorno seguente, dei capi di stato e di governo.
Certo ora la discussione è ancora in alto mare e ancora rimangono da accordarsi sui numeri dalla percentuale di riduzione della CO2, alle date di scadenza fino ai finanziamenti.

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