Creare i giusti presupposti e un ambiente positivo che possa portare alla conclusione del negoziato sul clima di Copenaghen con un accordo equo e ambizioso per i Paesi più poveri. Questa la richiesta avanzata dal Focsiv al Presidente Berlusconi e ai Ministri Prestigiacomo, Tremonti e Frattini
La rete di ONG cattoliche Focsiv ha inviato una missiva al Presidente del Governo Silvio Berlusconi, e ai Ministri Prestigiacomo, Tremonti e Frattini, rispettivamente dell’Ambiente, dell’Economia e degli Affari Esteri, nella quale si richiede con forza che l’Unione Europea assolva il ruolo di garante e promotrice di un accordo equo e concreto fra i Paesi del mondo, con particolare riferimento a quelli poveri, in merito alla questione dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale in occasione del summit sul clima che si terrà il prossimo dicembre a Copenaghen.
Focsiv, nello specifico, richiede pertanto che siano assicurati livelli adeguati di finanziamento per supportare le politiche di adattamento degli Stati poveri e che questi fondi siano addizionali allo 0,7% del Pil; riconosce inoltre alle Nazioni Unite il ruolo principale per portare avanti il negoziato per l’accordo post-Kyoto e richiede che i Paesi sviluppati garantiscano il trasferimento delle tecnologie alle nazioni del sud e obiettivi di riduzione di almeno il 30-40% delle emissioni entro il 2020 sulla base dei livelli del 1990, e dell’80-95% entro il 2050.
A supporto di ciò Focsiv sta portando avanti, in collaborazione con l’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro e l’Ufficio per la Cooperazione Missionaria tra le Chiese della Conferenza Episcopale Italiana, la campagna ‘Crea un clima di giustizia’ mirata a richiamare l’attenzione di coloro i quali possiedono l’autorità, in quanto diritto e dovere, di poter cambiare lo stato di fatto delle cose, quindi politici e amministrazioni, a mantenere gli accordi presi per raggiungere gli obiettivi ONU del millennio. Il Direttore Generale dell’organizzazione ha sottolineato l’importanza di tale campagna e il valore della missiva inviata ai politici in visione di un accordo sul post-Kyoto che distribuisca in maniera equa gli oneri derivanti dall’impegno alla mitigazione e all’adattamento, senza che questi costi ricadano solo sui Paesi più poveri, ancora oggi la parte più colpita dai cambiamenti climatici e dalla crisi finanziaria.