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Continua il progetto degli orti solari del Sahara

Grazie alla donazione di moduli e collettori solari i rifugiati del campo profughi Saharawi saranno in grado di coltivare in maniera sostenibile, sfruttando l'energia solare per azionare gli impianti di irrigazione e poter contare su un ospedale autosufficiente

(Rinnovabili.it) – Nel mezzo del Sahara, tra il deserto roccioso meridionale dell’Algeria e quello di sabbia che finisce nella Mauritania, lontano da vie di comunicazione agevoli si trova campo profughi di Dakhla – Tindouf, la cui gente è costretta in un isolamento geografico che ne acuisce ulteriormente le problematiche sociali e sanitarie. In questo scenario si inseriscono i progetti di Reseda Onlus, finanziati dalla Regione Lazio e supportati Sahara Marathon e il Cirps dell’Università La Sapienza, gli *Orti Familiari Solari* e l’ *Ospedale Solare* di Dakhla
L’obiettivo è quello di rendere autonomi gli abitanti nella produzione di una buona parte del fabbisogno nutritivo familiare contribuendo a risolvere le problematiche sanitarie, legate alla carenza di alimenti freschi e quelle sociali, causate dalle scarse possibilità di formazione professionale.
Grazie al contributo della Isofoton Italia e della MX Group i progetti continuano ad andare avanti; nel dettaglio Isofotón Italia ha donato una parte dei moduli fotovoltaici per il progetto “Orti Solari” grazie a cui il campo algerino sarà in grado di alimentare le pompe necessarie al funzionamento dei sistemi di irrigazione dei campi, e i collettori termici per la solarizzazione dell’ospedale di Dakhla, in maniera tale da fronteggiare l’aumento del fabbisogno di acqua calda sanitaria. Moduli fotovoltaici donati anche da MX Group per rendere autosufficiente dal punto di vista energetico l’intera struttura ospedaliera.