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Continua il maxi-sequestro di pellet radioattivo

(Rinnovabili.it) – E’ partito da Aosta e più precisamente dalle analisi condotte a seguito da un cittadino insospettito che il pellet acquistato non bruciasse bene, l’allarme “pellet radiattivo”. I test hanno infatti rivelato che il biocombustibile in questione, di marca Natur Kraft proveniente in Lituania dalla “Uab Granul Invest, conteneva tracce del Cesio 137, sostanza radioattiva prodotta dalla detonazione di armi nucleari e dai reattori delle centrali nucleari facendo così scattare, su ordine della Procura della Repubblica, una maxi operazione di sequestro delle confezioni incriminate. Come ha spiegato il questore d’Aosta, Salvatore Aprile: “I pellet contaminati non sono pericolosi per la salute dell’uomo quando sono inerti, mentre lo possono essere i fumi prodotti dalla loro combustione, così come le ceneri”.
Finora sono state coinvolte 30 province italiane in Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Puglia, Calabria e Sardegna e portando al ritiro, nel solo giorno di sabato di 10.000 tonnellate di pellet Natur Kraft. Nonostante al momento non c’è ancora la certezza che tutta la merce sequestrata risulti contaminata non mancano i primi allarmismi, soprattutto in considerazione che l’Italia è uno dei più importanti mercati di tale combustibile derivato dalla pressatura della segatura del legno; con consumo cresciuto del 400% negli ultimi cinque anni, sul territorio nazionale sarebbero distribuite 700mila stufe alimentate a combustibile (dati Aebiom – Associazione Europea per la Biomassa.)

“Esprimo il mio apprezzamento per l’azione disposta dall’autorità giudiziaria di Aosta – ha dichiarato il *Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo* – ed eseguita in diverse province italiane, che ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di “pellet” radioattivo evitando così il rischio che il persistere di un suo utilizzo diffuso potesse provocare danni alla salute”.
“Ho provveduto a disporre ulteriori controlli attraverso l’Ispra, per garantire i massimi standard di sicurezza. Allo stesso modo, però ribadisco che il sistema energetico basato sugli ecocombustibili è assolutamente sicuro, pulito, e contribuisce ad abbassare gli standard di emissioni in atmosfera, garantendo inoltre un notevole risparmio economico. “Non dobbiamo abbassare la guardia – conclude Stefania Prestigiacomo – ma neppure creare allarmismi. Gli ecocombustibili sono e restano sicuri”.

Dalla *Coldiretti* invece l’invito a puntare sul ‘made in Italy’: “E’ necessario investire sulla produzione di energia rinnovabile dell’agricoltura italiana che è ottenuta per oltre il 70 per cento dalle biomasse combustibili provenienti dal legno, dalle colture erbacee, dai residui agroalimentari e dai reflui degli allevamenti, dove sono completamente assenti i rischi di contaminazione nucleare”. Lo sviluppo delle energie rinnovabili prodotte nelle campagne italiane può triplicare nei prossimi dieci anni per raggiungere una percentuale dell’8% del totale, pari a 15,5 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (MTEP). E proprio in merito a questo e degli evidenti rischi che risulta necessario secondo l’Associazione “garantire la tracciabilità nella produzione di tutte le fonti energetiche rinnovabili che possono offrire un’importante risposta ai fabbisogni ambientali ed energetici e rappresentano quindi un fondamentale contributo allo sviluppo sostenibile. L’Italia – conclude la Coldiretti – offre grandi opportunità per la produzione di queste fonti alternative di energia ed è importante rafforzare la produzione nazionale per sviluppare la filiera corta che utilizza biomassa proveniente al territorio”.

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