Per Enel, che dopo l’Opa dello scorso ottobre su Endesa è diventato il secondo colosso energetico in Ue e al mondo, subito dopo la francese Edf, la sfida del futuro si gioca su tre variabili: energia a sufficienza, economica e pulita. Queste variabili costituiscono “l’equazione dell’energia”, ha dichiarato Conti nel suo intervento al WEC.
Flavia Marimpietri – *Quanto pesa nell’ _equazione dell’energia_ di Enel la terza variabile, quella della sostenibilità ambientale, cioè delle rinnovabili?*
*Fulvio Conti* -“L’Enel sta investendo 3,3 miliardi di euro per sviluppare al 2012 circa 1.700 MW di capacità rinnovabile. Inoltre, sono stati investiti 800 milioni di euro nella ricerca sulle fonti alternative. Tecnologia e ricerca svolgeranno un ruolo chiave per il futuro. Anche se, almeno fino al 2030, il consumo di fonti fossili crescerà, fino a coprire l’80% della domanda: le rinnovabili non saranno capaci di rimpiazzare i fossili almeno per il prossimo decennio
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FM – *Quanto rappresentano oggi, in percentuale, gli investimenti di Enel nelle fonti rinnovabili rispetto alle altre fonti, fossili e nucleare?*
*FC* – In questo momento è molto elevata la percentuale di investimenti in rinnovabili. Nel nostro progetto vi abbiamo dedicato 4 miliardi di euro, su un totale di 15. Un investimento ben più alto di quello che è il totale degli investimenti dedicati alla generazione di energia. Infatti, investiamo anche nelle reti e nel miglioramento della qualità del servizio, al fine di ridurre i tempi di interruzione e dare una maggiore fruibilità del prodotto energia elettrica a tutti i cittadini.
FM – *L’Enel sta investendo molto nelle fonti alternative all’estero, in particolare negli Stati Uniti, con geotermico, idroelettrico e biomasse. Perché, che cos’è che non funziona in Italia?*
*FC* – Noi investiamo anche in Italia, il problema è che in Italia è difficile avere i permessi per costruire gli impianti. Anche quando si tratta di semplici mulini a vento, o quando si tratta di installare dei pannelli fotovoltaici, la procedura burocratica e ambientalista che si segue è particolarmente gravosa, lenta e difficile da abbattere. In altri Paesi si è molto più rapidi.
FM – *Per superare gli ostacoli allo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese, cosa chiede alla politica?*
*FC* – “Chiedo una modifica del Testo unico della Costituzione, l’articolo V, che riporti possibilmente al centro (ndr. a livello nazionale) la politica dell’energia, con lo stesso sistema che usano i francesi. Questi coinvolgono le popolazioni locali e le autonomie, ma in un processo preordinato, con tempi certi e soluzioni disponibili. Anche per un “no”, ma che sia documentato e motivato.
FM – *Il mercato dell’energia è stato messo alle strette dagli obbiettivi di riduzione delle emissioni che l’Ue si è data con il target cd. “20/20/20”, per raggiungere i quali, oggi, in Italia, si è tornato a parlare di un tema scottante: il nucleare. Secondo lei, in questo momento, risulta più conveniente investire nel nucleare o nelle fonti rinnovabili?*
*FC* – Bisogna investire in tutte le risorse disponibili. Il nucleare è disponibile e va sicuramente perseguito, così come vanno perseguite le rinnovabili. Non c’è un’unica soluzione, c’è un insieme di soluzioni, che si adeguano ai singoli paesi. E’ necessario un bilanciamento corretto delle singole fonti di produzione.
FM – *Poi il nucleare, con Enel, noi italiani ce l’abbiamo già, non sul nostro territorio…*
*FC* – Si, ce l’abbiamo già. Se per italiani intendiamo l’azionariato principale di Enel il nucleare ce l’abbiamo già: in Slovacchia e in Spagna. Il 20% dell’energia che consumiamo in questo momento in Italia viene dal nucleare francese. Noi, avendo abbandonato da un giorno all’altro, unico Paese al mondo, la migliore tecnologia mondiale allora esistente, che era il nostro nucleare, siamo diventati per anni tributari del nucleare in Francia. Abbiamo fatto ricchi i Francesi a danno nostro.
FM – *Oggi nel corso il suo intervento, qui, al Congresso Mondiale dell’Energia, Greenpeace ha effettuato un blitz per protestare contro le attività nucleari dell’Enel in alcuni Paesi dell’Est Europa, come la Slovacchia. Come commenta?*
*FC* – Greenpeace ha diritto di esibire i suoi banners – con riferimento allo striscione srotolato nella sala dagli attivisti – e faccio loro i complimenti per l’abilità nel farsi vivi, ma non condivido la loro opinione del mondo. La tecnologia che stiamo portando avanti in Slovacchia è avanzata rispetto a quella esistente e provvista di accorgimenti che la rendono simile alla III generazione”