Gli industriali la segnalano come una priorità.
“Occorre scongiurare rischi forti di delocalizzazione e di cancellazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro. In questo momento, contraddistinto da una profonda crisi dei mercati finanziari – ribadisce l’associazione degli industriali – le misure previste nel pacchetto sull’energia e i cambiamenti climatici finirebbero con l’essere fortemente penalizzanti per il settore produttivo e controproducenti per la ripresa della economia dell’Ue”. Confermando il sostegno a una riduzione delle emissioni di CO2, Confindustria puntualizza però che “…occorre evidenziare come tale impegno verrebbe meno se la competitività delle imprese venisse pregiudicata come conseguenza di queste misure. Se le proposte comunitarie fossero approvate, il solo sistema industriale italiano sarebbe chiamato a pagare una nuova tassa superiore ai 20 miliardi di euro all’anno, una cifra superiore all’1,5% del Pil del paese”.