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Con Lifestraw l’acqua potabile raggiunge i villaggi più poveri del mondo

Lifestraw, un progetto di H Design largamente collaudato, è un sistema di filtraggio che è stato creato per portare nelle capanne dei villaggi più poveri del mondo un metodo semplice ed immediato per la produzione di acqua potabile, in grado di soddisfare le necessità non solo del singolo, come era già stato fatto con successo ma, con opportuni accorgimenti e modifiche, di un intero nucleo famigliare di 4-5 persone. Lifestraw fornisce circa 10 litri di acqua filtrata, e potabile, ogni ora, ed oltre 10.000 litri nel ciclo di vita del prodotto, che equivale al fabbisogno di acqua potabile di una famiglia media per circa un anno e mezzo. Il sistema di filtraggio e depurazione rimuove la sporcizia ed il 99,9999% di batteri, virus e parassiti che nei Paesi poveri sono spesso causa di malattia e di morte. Il progetto, partito in forma sperimentale in un villaggio-baraccopoli di Mumbai, in India, dove verrà monitorato durante l’estate per testarne l’effettiva funzionalità ed efficacia, prevede di fornire il Lifestraw a 100 famiglie “campione”, in attesa che possa essere esteso all’intera comunità. Per fare questo la fondatrice di H Design, Emily Pilloton, auspica che non solo associazioni e organizzazioni, ma anche e soprattutto privati cittadini, vogliano sostenere l’iniziativa benefica, che prevede l’investimento davvero accessibile di 25 dollari per dispositivo, piccola cifra per Paesi e persone benestanti, un’enormità per persone al di sotto della soglia della povertà. Se solo pensiamo che nel mondo un miliardo di persone non hanno accesso all’acqua potabile, e che cinque milioni di persone muoiono ogni anno per malattie causate dall’aver bevuto acqua inquinata, questo dispositivo semplice, di basso consumo energetico e di basso investimento per Paesi tecnologicamente avanzati, può davvero fare la differenza.

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