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Compagnie petrolifere alla sbarra: l’idea di uno scienziato NASA

La disinformazione creata dalle società petrolifere è, secondo il professor James Hansen, un reato da portare in tribunale, come è successo con le aziende produttrici di tabacco che per anni hanno negato i legami tra fumo e cancro

Processare i big del petrolio per aver commesso “alti crimini contro l’umanità”. E’ l’idea di James Hansen, studioso dei cambiamenti climatici tra i più noti al mondo e direttore del Goddard Institute for Space Studies della NASA che sembrerebbe convinto a voler portare in tribunale i manager delle più importanti compagnie petrolifere internazionali con l’accusa di diffondere dubbi sul riscaldamento globale. La proposta lanciata da Hansen è stata riportata dal quotidiano inglese The Guardian e giunge esattamente 20 anni dopo la presentazione alla Commissione Energia e Risorse Naturali del Senato statunitense di un suo documento a dir poco “profetico” sulle prime avvisaglie di allarme climatico. Già allora lo scienziato lanciava il suo invito ad agire per evitare di andare incontro a quella che lui stesso definiva un irreversibile “perfect storm” (tempesta perfetta). Ora lo studioso si incontrerà con la Commissione sull’Indipendenza energetica e sul Global Warming per presentare le sue accuse nei confronti di dirigenti e funzionari di società come la ExxonMobil e Peabody Energy rei d’essere pienamente consapevoli della disinformazione sui cambiamenti climatici che essi starebbero creando. “Quando si è in una posizione come quella di amministratore delegato di uno dei principali player responsabili della disinformazione che viene creata – ha dichiarato James Hansen – anche tramite organizzazioni che influenzano quello che viene inserito nei libri di scuola, io credo che sia un reato”.