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Come risparmiare elettricità nelle nostre case

Impariamo a conoscere i nostri consumi e a modificare i comportamenti energivori. E' la prima regola per ridurre conseguentemente le emissioni. Insomma cambiare il proprio "stile di vita", in base ad una maggiore consapevolezza di questi temi.

Il risparmio energetico parte da un utilizzo razionale e cosciente dell’energia, dunque per quanto riguarda il risparmio elettrico, è necessario partire dall’analisi delle quantità di energia consumate dai singoli elettrodomestici, costituiscono una delle principali fonti di consumo in ambiente domestico, per evitare inutili sprechi e farne un utilizzo il più corretto possibile.
Il risparmio dato da questo tipo di apparecchiature non dipende solo dall’utilizzo che se ne fa, ma anche e soprattutto dalla loro efficienza, oggi regolata da alcune Direttive europee che obbligano all’apposizione della cosiddetta “etichetta energetica” a tutti gli elettrodomestici, dalle comuni lampadine alle lavatrici e via discorrendo. Grazie a questo tipo di provvedimento, negli ultimi anni costruttori e consumatori hanno fatto del loro meglio per allinearsi alle Direttive Europee, facendo non solo migliorare il livello tecnologico degli elettrodomestici (si è passati dalla classe A alle classi A+ e A++ per individuare le migliori tecnologie in commercio per il basso consumo energetico), ma facendo aumentare in modo esponenziale il numero di elettrodomestici di miglior categoria acquistati in sostituzione di vecchie macchine o acquistati come prima scelta dai consumatori.
A questo proposito viene illustrata la panoramica italiana sui consumi e sugli sprechi, formulando di conseguenza possibili rimedi ad un eccessivo consumo di energia.

• Frigoriferi e congelatori:
consumano il 18%* dell’energia, consumi che potrebbero essere sensibilmente abbassati acquistando i due elettrodomestici separati, evitando di introdurvi cibi caldi e regolando il termostato del frigorifero su temperature non inferiori ai 4°C.
• Lavatrici e lavastoviglie:
consumano rispettivamente il 13%* e il 4%* del totale. L’utilizzo della tecnologia del solare termico per produrre acqua calda e la doppia alimentazione acqua calda-acqua fredda sarebbero soluzioni molto pratiche e intelligenti, sebbene in Italia non se ne registri una grande diffusione. Per ridurre drasticamente i consumi di queste apparecchiature basterebbe fare lavaggi a bassa temperatura, usare sostanze naturali per diminuire la durezza dell’acqua, che rende più efficace il potere detergente dei detersivi permettendone un minor impiego, riutilizzare l’acqua piovana recuperata in serbatoi predisposti allo scopo, sfruttare la capienza massima del cestello.
• Forni elettrici:
consumano il 4%* dell’energia totale, e per questo motivo dovrebbero essere sostituiti con forni di classe A, che consumano 0.75 kWh a ciclo contro i 1.20 kWh di quelli tradizionali. Alcuni semplici suggerimenti di comportamento quotidiano per il risparmio sono: spegnere il forno prima del termine della cottura, evitare l’apertura durante il preriscaldamento, usare solo contenitori di vetro nei forni a microonde.
• Scaldacqua elettrici:
sono le apparecchiature che nel nostro Paese consuma di più, poiché spesso molto vecchie e iper-utilizzate, con un consumo del 20%* circa del totale. Purtroppo ancora non esiste alcun tipo di certificazione che regoli i parametri di costruzione efficiente degli scaldacqua (o scaldabagno), ma anche piccoli accorgimenti possono apportare significativi risparmi: accensione solo prima dell’utilizzo, regolazione su temperature non superiori ai 50°C, collocazione nel luogo più caldo del locale.
• Condizionatori:
questi elettrodomestici, ormai molto diffusi a qualsiasi latitudine, a causa dell’innalzamento globale della temperatura sono i principali responsabili del consumo energetico nazionale, e per essi è obbligatoria dal 1° luglio 2003 l’etichetta energetica. Alcuni suggerimenti utili per diminuire il consumo di questi sistemi sono: chiudere finestre, tapparelle o scuri orientati a sud nelle ore più calde del giorno, mantenere una temperatura interna agli ambienti non inferiore a 5° C rispetto a quella esterna per diminuire il ΔT, spegnere il condizionatore un’ora prima di abbandonare il locale, utilizzare fonti rinnovabili di energia come pompe di calore abbinate a sonde geotermiche per aumentare l’efficienza.
• Standby:
la configurazione di standby di tv, videoregistratori, decoder, Dvd è causa di altissimi consumi, spesso difficilmente controllabili, poiché non tutti gli apparecchi sono dotati di un interruttore che ne azzera il consumo. Le tv a cristalli liquidi hanno consumi simili alle tv tradizionali (80-120W), mentre le tv al plasma consumano molto di più. Dispositivi quali computer, stampanti, scanner, modem consumano fino a 10W anche da spenti.

• Illuminazione:
gli apparecchi di illuminazione domestica consumano il 15%* circa del totale. Le lampade fluorescenti compatte (CFL) di moderna concezione, sebbene maggiormente costose rispetto a quelle tradizionli, permettono una significativa riduzione dei consumi e garantiscono maggiore durata ed efficienza. Questa tecnologia consente un risparmio di energia elettrica fino al 70%, per una durata prevista da 5 a 15 volte in più rispetto alle lampadine ad incandescenza tradizionali. Piccoli interventi come una illuminazione dei locali con una intensità luminosa adeguata al loro utilizzo e l’utilizzo di lampade con un ottimo rapporto tra consumo elettrico e capacità luminosa (lm/W) porterebbe ad un ulteriore abbassamento dei consumi.
• La percentuale rimanente dei consumi domestici si suddivide tra televisori, con l’11%* del consumo totale, le apparecchiature presenti in cucina, che assorbono il 4%* dei consumi, oltre al consumo derivante da altre apparecchiature “minori” come i piccoli elettrodomestici o gli apparecchi il cui utilizzo non è costante.

Da questa panoramica possiamo notare come la maggior parte dei consumi domestici derivi da un errato atteggiamento nell’utilizzo di apparecchiature che ci facilitano la vita di tutti i giorni, rendendola più confortevole, ma che a lungo andare rischiano di peggiorare le condizioni di vita del nostro Pianeta producendo più inquinamento che benessere. (fonte Enea)

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